Dopo Trieste e Milano cento avvocati del foro genovese invitano i cittadini a votare NO.
da Genova, Ludovica Schiaroli
La lista dei proscritti si allunga e per Renzi sembra sempre più difficile tenere il conto di quanti dichiarano voteranno NO alla riforma costituzionale: dopo l’appello dei 51 costituzionalisti arriva quello degli avvocati. La prima città a “insorgere” è stata Trieste, spiega in conferenza stampa l’avvocato Mario Epifani che con Dario Rossi e Vincenzo Paolillo hanno promosso l’iniziativa genovese, poi c’è stato l’appello di ottanta avvocati del foro milanese mentre a Genova sono 110 gli avvocati che hanno firmato il documento per invitare i cittadini a votare NO alla riforma Boschi–Renzi il 4 dicembre.
“Lo riteniamo un dovere civico” esordisce l’avvocato Vincenzo Paolillo – “a nostro parere la riforma, che dichiara di superare il bicameralismo paritario, in realtà lo mantiene, creando un bicameralismo confuso e pasticciato. La riforma sostituisce poi il vecchio Senato con un nuovo organo (che non verrà eletto a suffragio universale, in violazione del diritto di elettorato attivo, come forma di esercizio della sovranità popolare – art. 1 Cost.), attribuendogli compiti che in molta parte risultano, ancora una volta indeterminati e confusi, ma che comunque impongono tempi strettissimi, impossibili da osservare seriamente da chi ha già un’altra importante funzione”.
Tra i vari problemi, spiegano, dopo i sindaci e i consiglieri regionali dopolavoristi, con la nuova legge elettorale, l’Italicum, è quello di concentrare tutto il potere in una sola forza politica, che rappresenti magari anche percentuali minime dei votanti.
Altro punto che i tre avvocati del foro genovese sottolineano e che “la riforma accentua i poteri nel governo mettendo in una posizione subalterna il Parlamento, inserendosi in una strategia internazionale volta a esautorare le democrazie soprattutto quelle nate dopo la seconda guerra mondiale”. Sembrerebbe che Renzi abbia preso alla lettera il documento del 2013 dove J.P Morgan lamentava che le Costituzioni del sud dell’Europa hanno parlamenti troppo forti e vanno quindi cambiate, d’altronde è più semplice confrontarsi con un interlocutore forte, senza troppi ostacoli da parte di parlamenti che magari vogliono anche discutere.
“Questa riforma è un pasticcio ma soprattutto è scritta male – aggiunge Paolillo – per questo siamo a disposizione dei cittadini per spiegarla in ogni sua parte”.
L’invito è quello di informarsi e partecipare ai tanti incontri che si organizzano sui territori. Per quanto riguarda Genova alcune informazioni si possono trovare sul sito dell’Associazione Costituzione e democrazia, oppure in quello organizzato da un gruppo di ragazzi, referendumno.it, che in modo semplice e diretto spiegano cosa non funziona nella nuova riforma voluta dal governo.