Parla il legale della famiglia di Pino Uva rimasto ucciso nel 2008 dopo una notte in caserma. Ieri il Gup ha rinviato a giudizio un carabiniere e sei agenti di polizia per omicidio preterintenzionale
di Fabio Anselmo
Quattro anni fa ero da solo. A quell’udienza dentro il tribunale di Varese. Con un PM ostile oltre ogni comprensione. Parlai della repubblica di Varese per far capire, provocatoriamente , che anche quel tribunale avrebbe dovuto prendere atto di quello che significava giustizia per la morte incomprensibile di Giuseppe Uva.
Condividevo con Alessandra il freddo per quella inspiegabile solitudine … Venivamo da Ferrara insieme ad altri. Ma siamo rimasti ….fino alla fine. Come capo studio sentivo la responsabilità di quella scelta ” problematica ” . Non l’ho fatto per improbabilissimi guadagni e tantomeno per la gratitudine di qualcuno che avrebbe potuto essere effimera. L’ho fatto per senso di Giustizia a rispetto di quella che deve essere stata la terribile sofferenza di Giuseppe. Un essere umano che non è riuscito a sopportare ” lo stress inflittogli ” arrivando a morirne. So che vuol dire la sofferenza. E quella sofferenza che lo ha accompagnato alla morte meritava considerazione e rispetto. Meritava memoria. Al di là di ogni paura per un PM temuto e descritto come vendicativo. Anche i più semplici atti apparivano a Varese “coraggiosi” e financo temerari. Li firmavamo io ed Ale. Perplessi. Poi è successo tutto quel che è successo … Tanto.. Tantissimo… Non siamo stati più soli. Ora è una felicità per me condividere la gioia di questo momento. Provo gratitudine per il carattere che mi ha trasmesso mio padre e per l’ ostinazione pervicace di Alessandra Pisa. Tutto questo percorso fatto insieme non mi ha portato solo a ritrovarmi imputato sotto le grinfie del terribile PM Abate con un’imputazione fantasiosa e pretestuosa e che io ritengo di disturbo, ma mi regala ora la serenità di aver fatto qualcosa per qualcuno che possa essere ricordata. Qualcuno che non ha avuto difesa , qualcuno che è morto di luoghi comuni e di pregiudizi. Giuseppe Uva.
Ho fatto il mio compito. Ne sono fiero. Posso solo dire grazie ad Ale. Null’altro. Per il resto si vedrà. Ma ora Giuseppe Uva avrà il suo processo. Questo conta. Non chi ci sarà alla lettura della sentenza. Mi piace pensare alla giornata.