Care e cari,
desidero in primo luogo ringraziare tutte e tutti voi per il sostegno e l’affetto ricevuti durante la campagna per l’elezione del Presidente del Parlamento europeo. Desidero, inoltre, ringraziare nuovamente il gruppo GUE/NGL per avermi proposta non solo come propria voce ma come voce di un progetto radicalmente differente da questa UE, fondata sul fondamentalismo neoliberista e sulla logica del respingimento.
Ho portato avanti questa campagna a partire da me, dal mio essere donna e femminista: un posizionamento politico che rivendico. Oggi più che mai serve un pensiero femminista sull’Europa. E penso che la reale alternativa tra il neoliberismo che deregolamenta e il capitalismo che fa tornare potentemente in campo lo scontro nazionalistico, sia questo movimento globale delle donne: una forza politica, capace di visione e nuove pratiche, che attraversa il mondo dall’Argentina alla Polonia, passando per Stati Uniti ed Italia.
Pochi giorni fa, il 4-5 febbraio, una straordinaria assemblea di #nonunadimeno a Bologna ha rilanciato la data dell’8 marzo come giornata di sciopero internazionale delle donne: sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo, sciopero dai generi, dalle intersezioni tra capitalismo, patriarcato, eteronormatività, razzismo. Credo sia fondamentale contribuire tutte e tutti a far saltare quel giorno i dispositivi che mettono a profitto e disciplinano le nostre vite: siamo e saremo marea.
Fare la differenza, costruire l’alternativa: come candidata della GUE/NGL sono stata alternativa ai gruppi della grande coalizione (PPE, S&D, ALDE) e alle destre fino alla fine. La rottura della grande coalizione, proclamata a parole dai Socialisti, si dimostrerà peraltro inconsistente già nel voto di domani sul CETA.
La costruzione di una alternativa per i popoli europei non può che essere anche la costruzione di una alternativa ai Socialisti europei, responsabili delle politiche di austerità, delle politiche contro i migranti, di riforme che hanno devastato il diritto del lavoro (basti pensare a Italia e Francia), così come della politica commerciale della Ue.
Il voto di domani sul CETA sarà cruciale: porteremo avanti il nostro lavoro per bloccare il trattato non solo col voto in plenaria, ma anche partecipando a tutte le iniziative promosse dalle reti in questi giorni a Strasburgo. Il voto di domani non è la fine: subito dopo si aprirà la partita delle ratifiche nazionali…La lotta continua, #staytuned. #stopCETA
Eleonora