“Donne col belino” e altre porcherie. Linguaggio da caserma e battute transfobiche di Grillo, il sedicente moralizzatore della politica italiana
E’ notizia recente quella che vede nuovamente Beppe Grillo, durante uno spettacolo comico dal titolo “Grillo vs Grillo” trasmesso su Netflix, prendersela con le persone transessuali e transgender, che ridicolizza, umilia e offende, tra il ludibrio generale del pubblico pagante e accorso per assistere ai sui sketch.
Il motivo per cui Beppe Grillo ce l’abbia così a morte con le persone trans non è a noi noto, certo è che le battute che a loro rivolge sono degne dei più beceri discorsacci che si possono sentire nei più infimi bar di periferia.
Dal palco dice: “C’erano i travestiti, non i transgender. Oggi se fai una battuta sui trangender ti prendi dieci querele, s’incazzano”. Chi è per Grillo una persona transgender? “È una donna col belino. O è una donna col belino o è un uomo che parla troppo. Che cazzo devi fare?. Transgender… E infatti c’erano i portuali, che si mettevano la parrucca, andavano coi tacchi, prendevano un marine ubriaco se lo inchiappettavano, poi lo buttavano sulla portaerei. Non c’erano le escort, c’erano le bagasce“.
Ovvio che certe affermazioni si commentano da sole, e sia chiaro che qui nessuno pretende di ergersi a censore su ciò su cui si possa o meno scherzare, certo è che prendersela in modo così triviale e irrispettoso nei confronti delle persone trans e transgender mostra non solo mancanza di tatto, rispetto ed educazione, ma anche ignoranza e pregiudizio. Sì, perché, caro signor Grillo, le “donne col belino”, come le definisce lei, sono persone che non valgono né più né meno di altre, che hanno una propria vita alle spalle e che si trovano a intraprendere un percorso non per scelta o per farla ridere e sollazzare (e pensi lei a che livelli di pochezza è se trova risibili le donne trans), bensì per necessità, poichè non esiste per loro alcuna altra possibilità se non quella di essere finalmente ciò che hanno sempre saputo di essere.
Non perdiamo neppure due minuti a commentare le risate del pubblico, e sa perché? Perché siamo, purtroppo, abituati a questo clima in cui si devono sempre colpire le fasce più deboli. Ci si lamenta e si prendono misure contro il bullismo e la discriminazione nelle scuole, poi basta guardare un suo spettacolo per ritrovarsi spiattellati sul palco i peggio stereotipi e insulti dati in pasto a un pubblico pagante e adorante.
Le persone transgender si incazzano? Speriamo proprio di sì.
Lo quereleranno? Ce lo auguriamo.
Ci auguriamo anche che lei non arrivi mai a ricoprire ruoli politicamente significativi, perché, sa com’è, non vorremmo ritrovarci inondati dalla sua dose quotidiana di ignoranza.
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