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Il lavoro visto da Attac

Attac presenta la sua Università estiva dedicata ai temi di lavoro e non lavoro.  Appuntamento dal 15 -17 settembre a Cecina Mare 

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La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” Così recita l’articolo 4 della Costituzione.

E’ per protestare contro la mancata attuazione di quanto scritto, che il 2 febbraio del 1956 Danilo Dolci veniva arrestato per aver guidato alcune centinaia di disoccupati delle zone di Partinico nella riparazione di una strada comunale abbandonata, in quello che venne poi definito lo “sciopero alla rovescia”.

D’altronde “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” è la definizione con cui si apre la stessa Carta Costituzionale. Un principio “rivoluzionario” perché non fonda più, come in precedenza, il patto sociale sul diritto di proprietà, bensì su tutto ciò che è lavoro umano; non più sulla ricchezza, bensì sull’attività produttiva che la crea.

Oggi, dopo decenni di dottrina neoliberista e nel pieno della crisi economico-finanziaria globale, il lavoro è ben lungi dall’essere quanto auspicato nella Costituzione. Il diritto al lavoro è infatti stato progressivamente trasformato nel dovere di dimostrarsi occupabili, in un orizzonte di solitudine competitiva in cui ciascuno è solo sul mercato, in diretta competizione con l’altro e costretto a dimostrarsi ogni giorno più conveniente.

Del resto, non mancano i tentativi di inquadramento teorico di questo nuovo paradigma: dall’ “occupabilità” definita, sul sito del Ministero del Lavoro, come “La capacità delle persone di essere occupate, e quindi di cercare attivamente un impiego, di trovarlo e di mantenerlo“, ai “lavoratori imprenditivi” dell’industria 4.0 dell’ultimo rapporto di Federmeccanica.

Al di fuori delle costruzioni ideologiche, la realtà del lavoro odierno, per chi ce l’ha, è quella di un universo denso di iper-sfruttamento e precarizzazione, di estrazione di valore materiale ed immateriale, fino a forme di schiavismo forzato da una parte, e lavoro “volontario” gratuito come opportunità curricolare dall’altra. Tutto questo mentre l’accelerazione dell’innovazione tecnologica prepara una nuova stagione di automazione digitale del lavoro e la drammatica contraddizione ecologica necessita un ripensamento totale del lavoro e della sua funzione.

E’ possibile, in questo quadro, affrontare il tema del lavoro a tutto campo per comprenderne i mutamenti presenti e prossimi e confrontare, da questo punto di osservazione, le proposte per un nuovo modello di società? Noi pensiamo di sì ed è all’approfondimento di questi temi che abbiamo dedicato l’Università estiva di Attac Italia, del 15 -17 settembre 2017 a Cecina Mare (Li).

Un percorso di sei seminari così delineati:

il primo seminario “Dal rifiuto del lavoro alla precarizzazione imposta”, con i contributi di Anna Curcio (sociologa) e di Giulia Bucalossi (ricercatrice precaria)proverà ad affrontare i cambiamenti nel mondo del lavoro dagli anni ’70 ad oggi;

il secondo seminario “Il lavoro ai tempi della finanziarizzazione”, con i contributi di Matteo Gaddi (studioso di politiche industriali e di inchiesta operaia) e di Silvio Piccoli (studioso di teologia morale), ragionerà sui mutamenti teorici e pratici del mondo del lavoro nella odierna fase di finanziarizzazione spinta del modello capitalistico:

il terzo seminario “Cambia il lavoro, la crisi del sindacato”, con i contributi di Giuseppe Aragno (storico del movimento operaio) e di Biagio Quattrocchi (ricercatore), affronterà la crisi del sindacato storico e le nuove forme embrionali di sindacalismo sociale;

il quarto seminario “Il lavoro delle donne, il lavoro contro le donne”con i contributi di Cristina Morini (giornalista, ricercatrice e saggista) e di Sandra Burchi (sociologa), porrà in campo il punto di vista di genere sia sui mutamenti nel lavoro salariato, sia sul lavoro non retribuito domestico e di cura;

il quinto seminario “L’automazione: schiavitù o liberazione”, con i contributi di Luca Santini (avvocato, presidente BIN) e diEmanuele Salvati (lavoratore Ast di Terni), affronterà l’impatto dei nuovi sistemi di automazione e le conseguenze/proposte in termini di ripensamento del lavoro e del reddito.

Chiuderà l’università estiva il seminario “Quale lavoro per quale società” con i contributi di Bia Sarasini (scrittrice femminista),Paolo Cacciari (giornalista e saggista), Giovanna Ricoveri (direttrice di Capitalismo Natura Socialismo) e Marco Bersani (di Attac Italia)

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ATTAC è un movimento di autoeducazione popolare orientata all’azione e alla costruzione di un altro mondo possibile, una delle più grandi reti internazionali di opposizione e alternativa al neoliberismo costruita in questi anni dal movimento altermondialista. Siamo presenti in oltre 40 paesi in Europa, Africa, Asia ed America Latina.

Attac Italia, sin dalla sua nascita nel 2001, basa la propria attività sull’analisi, la comprensione e la critica del modello economico neoliberista.

A questo scopo, realizziamo su tutto il territorio nazionale seminari, convegni,corsi di formazione, pubblicazioni euniversità popolari, finalizzati alla costruzione di una nuova idea di economia pubblica e partecipativa  e di un altro modello sociale, fondato sui diritti, la riappropriazione dei beni comuni e della ricchezza sociale, un’economia ecologicamente e socialmente orientata, la democrazia partecipativa, l’inclusione sociale, contro ogni forma di fascismo, razzismo, sessismo.

Siamo fra i promotori dell’esperienza del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e delle relative campagne, che hanno realizzato, nel 2007, la presentazione di una proposta di legge d’iniziativa popolare per l’acqua come bene comune e per una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici; nel  2010/2011, la vittoriosa campagna referendaria per l’uscita dell’acqua dal mercato e dei profitti dall’acqua; e tuttora continuano per l’applicazione dei risultati referendari e per un altro modello sociale basato sulla democrazia dei beni comuni.

Dopo aver promosso nel 2002 la Tobin Tax con una legge d’iniziativa popolare, siamo parte attiva della”campagna 005”per l’approvazione della FTT(Financial Transaction Tax), una tassa su tutte le transazioni finanziarie e per il controllo dei capitali finanziari.

Siamo fra i promotori del Forum per una nuova finanza pubblica e sociale, una rete di comitati, realtà associative e organizzazioni della società civile che promuove un’altra uscita dalla crisi, attraverso il rifiuto della trappola del debito e la ridiscussione capillare dello stesso con la diffusione della pratica dell’audit locale sul debito, e attraverso una campagna per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti e la riappropriazione sociale del credito.

A livello europeo, dopo essere stati fra i promotori nel 2006 della campagna italiana ed europea contro la direttiva Bolkestein, siamo oggi impegnati nella campagna “Stop TTIP” (Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) in corso di negoziazione tra Usa e Ue. Inoltre, con tutta le rete degli Attac europei e dei movimenti sociali, siamo impegnati nella costruzione dal basso di un’Europa sociale, dei diritti e dei beni comuni.

La nostra rete territoriale è formata dai comitati locali, che possono essere istituiti da un gruppo di persone che ne facciano richiesta, condividano lo Statuto dell’associazione e promuovano un’iniziativa pubblica di lancio del comitato. Possono aderire alla rete di Attac anche associazioni locali già costituite, che, per contenuti, proposte ed attività si ritengano affini e vogliano instaurare una relazione di reciprocità, scambio e lavoro comune.

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