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Catalogna: cronaca di un referendum

Ora per ora gli aggiornamenti più importanti degli eventi in Catalogna il giorno prima del referendum per l’indipendenza

referendum catalogna scuola
Catalani e catalane in strada, seggi occupati per evitarne la chiusura e Madrid manda la Guardia Civil che sta operando congiuntamente ai Mossos d’Esquadra per impedire lo svolgimento del referendum per l’indipendenza della Catalogna.

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22:30 Il governo spagnolo dà per “annullato” il referendum di domani. Il ministero dell’interno comunica la chiusura di quasi tutti i seggi elettorali.

22:12
Cales Riera (Cup, Candidatura d’Unitat Popular) “Quello di domani è un referendum vincolante ed efficace”

Miguel Iceta (Psc Partito dei socialisti catalano) “La soluzione del Partito socialita operaio spagnolo è parlare, dialogare”

Toni Comin (JxSì) “Non su possono rafforzare i legami dei catalani col resto di Spagna usando la polizia. L’Unione si deve vincere alle urne, non con le armi”

Joan Coscubiela (Csqp, Catalunya sì que se puede) “Il Governo della Generalitat deve mettere tutta la mobilitazione di domani al servizio di una soluzione concordata”

Inés Arrimadas (Cs, Ciudadanos) “Domani ci sarà molta gente per le strade, a fare cose non un referendum”

Xavier Garcia Albiol (Pp, Partito Popolare) “Il governo di Puigdemont e Junqueras non è abile al dialogo. Non possono rappresentare il popolo catalano”

22:00 In alcune scuole che ospiteranno seggi elettorali continuano le attività per evitare che siano chiuse dalla polizia. Le scuole e i centri sedi dei collegi elettorali della Catalogna proseguiranno tutta la notte con attività ludiche come concerti, letture, competizioni sportive, corsi e maratone cinematografiche con l’obiettivo di tenerle aperta fino a domani. Finché ci sono attività ludiche le forze dell’ordine non possono chiudere i centri.

Barcellona venceremos como en el 3920:30 Su un muro dell’emblematica scuola Thau di Barcellona stamattina è apparsa una scritta di orientamento fascista “Vinceremo come nel 39” che i genitori degli alunni hanno subito ricoperto con la parola “Democrazia”. La scuola è molto coinvolta nei preparativi del referendum. L’Istituto culturale del Cic, che gestisce la scuola, ha comunicato alla comunità educativa che “in coerenza alle sue idee, difende la democrazia e il diritto di decisione per i catalani”.

 

Barcellona. Marcia contro il referendum. Un uomo tenta di togliere lo striscione, con su scritto Più Democrazia, posto sulla facciata del Municipio della città.
Barcellona. Marcia contro il referendum. Un uomo tenta di togliere lo striscione, con su scritto Più Democrazia, posto sulla facciata del Municipio della città.

20:45 A Barcellona, durante la marcia contro il referendum, un gruppo di manifestanti ha tentato, senza riuscirci, di togliere lo striscione “Più democrazia” posto sulla facciata del municipio. Sono riusciti invece a tirar giù, a Plaza Sant Juame, un cartello gigante che faceva riferimento alla richiesta democratica del voto di domani. Circa 6mila persone hanno partecipato alla marcia.

20:15 Le forze di sicurezza dello Stato spagnolo hanno verificato che “la maggior parte degli edifici pubblici che dovevano essere utilizzati illegittimamente dalla Generalitat della Catalogna sono chiusi“. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno spagnolo, specificando che “soltanto alcuni locali sono stati occupati” (163 su 2.315). Il ministero aggiunge: “E’ significativo che in alcune di queste occupazioni si stiano utilizzando minori e anziani per prevenire l’azione delle forze di sicurezza”.

18:50 Domani a Madrid due manifestazioni, una contro il referendum a Plaza Mayor, l’altra a favore a Puerta del Sol

TENSIONI TRA MADRID E I MOSSOS D’ESQUADRA

18:45 Il Ministero dell’interno spagnolo ricorda ai circa 15.000 Mossos d’Esquadra, corpo di polizia regionale della Catalogna, che hanno giurato sulla Costituzione spagnola. “Hanno giurato e promesso di difendere la Costituzione, norma fondamentale dello Stato”. Che poi è lo stesso giuramento fatto dalla Polizia Nazionale, dalla Guadia Civile e dalla Guardia Urbana.
La risposta del ministero viene dopo che i Mossos d’Esquadra hanno fatto sapere, tramite twitter che domani faranno rispettare i mandati giudiziari “applicando il principio di attuazione che la stessa legge prevede (opportunità, proporzionalità e congruenza.

18:30 Il portavoce del governo spagnolo, Inigo Méndez de Vigo, ha assicurato che il referendum catalano di domani è già stato annullato “dallo stato di diritto con il blocco del sistema che potrebbe essere utilizzato per il conteggio dei voti e per il voto elettronico”. La Guardia Civil è entrata stamattina nel Centro delle Telecomunicazioni (Ctti) del governo catalano e intende rimanervi fino a lunedì.

18:26 Il municipio di Celrà (Girona) ha portato davanti al tribunale l’ordine che obbliga a consegnare le chiavi dei collegi elettorali per imperdire che si aprano per tenere il referendum. Il sindaco del municipio, Dani Cornellà, ha presentato ricorso amministrativo tramite il suo legale, con cui chiede la sospensione della misura considerandola “sproporzionata” e non conforme alla legittimità oltre che viola i diritti fondamentali.

17:45 Migliaia di persone si stanno concentrando in Plaza Urquinaona, a Barcellona, per manifestare contro il referendum indipendentista e a favore di una Spagna unita. La manifestazione è stata convocata da D’Espanya i Catalans, Españoles de a Pie y Sí a España, tante bandiere spagnole, ma anche catalane e dell’Unione Europea.

17:15 La presidente della Comunidad de Madrid, Cristina Cifuentes, ha dichiarato che il referendum per l’indipendenza della Catalogna è “quanto di più antidemocratico possa esistere” e “un attacco alla democrazia”. Per tanto “spero che domani la legge sia rispettata e il referendum impedito”.

RPT. Urkulla ha tenuto contatti con Puigdemont e Rajoy per iniziare un dialogo a partire da lunedì

Il Presidente del Governo autonomo del Paese Basco, Iñigo Urkullu, negli ultimi mesi ha mantenuto contatti con il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, e con il presidente del governo centrale, Mariano Rajoy, per affrontare “la necessità” di stabilire vie di dialogo a partire da lunedì, per cercare una soluzione.
Nelle conversazioni tenute con entrambi i mandatari, Urkullu, così come ha fatto finora, ha difeso una soluzione dialogante al conflitto in Catalogna. Lo scorso 20 settembre, quando la Guardia Civile realizzò le perquisizioni nelle sedi della Generalitat catalana con il fine di evitare il referendum, Presidente del Governo autonomo del Paese Basco, Iñigo Urkullu, fece un appello per “riprendere le redini” della situazione in Catalogna attraverso un “riconoscimento” della sua realtà che chiede “dialogo e negoziazione”, perché “qualcosa stava sfuggendo dalle mani”. Inoltre, domenica scorsa, durante una celebrazione del Alderdi Eguna (Giorno del partito), Iñigo Urkullu ha scommesso per “referendum legale e concordato” con lo Stato, per evitare che un “un modello di unità imposta” si traduca in una “scissione sociale che avrà bisogno di molti anni per riprendersi”.

spagna unita

16:00 Circa 10 mila persone si sono radunate davanti al Palazzo comunale di Madrid, così come in altre città spagnole, tra cui Barcellona, contro il Referendum indipendentista di domani e per rivendicare l’unità della Spagna. A Madrid, in Plaza de Cibeles, si sono sentiti cori come “España unida jamás será vencida” o “Puigdemont in prigione” e anche slogan inneggianti alla Guardia Civile e alla Polizia nazionale.

15:56 Mentre la popolazione di Matarò, capitale della comarca del Maresme, sa già dove andare a votare per il referendum e la giornata sembrava tranquilla, a mezzogiorno di oggi una trentina di persone che appoggiano l’unità con la Spagna si sono concentrate davanti al palazzo del comune di Matarò utilizzando simboli fascisti come il braccio alzato. I Mossos e la polizia locale hanno chiuso la Riviera per evitare incidenti. I manifestanti oltre a gridare in favore della Spagna hanno anche inneggiato alla Legione.

15:41 Sia il Ministero dell’interno spagnola che la Guardia Civile ha reso noto, tramite Twitter, del blocco del Centro di Telecomunicazione della Generalitat de Catalunya “per annullare il voto telematico del 1-O”.

15:38 I Mossos di Matarò stanno informando i responsabili dei collegi elettorali che hanno ordine di iniziare lo sgombero e chiudere le istallazioni elettorali a partire dalle 06,00. Gli stessi agenti avrebbero però dichiarato che i caso di forte presenza di persone, lo sgombero non potrà darsi. Avrebbero anche informato che, in caso di chiusura di alcuni collegi, il più vicino possa assumerli come propri.

15:30 Urkulla ha mantenuto contatti con Puigdemont e Rajoy per iniziare un dialogo a partire da lunedì

il Presidente del Governo autonomo del Paese Basco, Iñigo Urkullu, negli ultimi mesi ha mantenuto contatti con il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, e con il presidente del governo centrale, Mariano Rajoy, per affrontare “la necessità” di stabilire vie di dialogo a partire da lunedì, per cercare una soluzione.

15:11 Il moviemento Escoles Obertes lancia un appello perché i catalani si rechino nei collegi per votare al referendum del 1-O prima della 5 del mattino.

15: 08 Oltre 3000 persone stanno manifestando a Santiago de Compostela su covocazione della “Piattaforma Galizia con Catalogna” a sostegno del diritto di decidere e per il referendum previsto per domani.

14:38 Rete ferroviaria Renfe e i servizi Metopolitani di Barcellona (Tmb) hanno presentato formale reclamo alla Generalitat perché i servizi minimi stabiliti per lo sciopero generale del 3 ottobre, – sciopero convocato dai sindacati Cgt (Confederación General del Trabajo), Csc (Confederaciò sindical catalana) e Iac (Intersindacal Alternativa de Catalunya) – sono insufficienti.

14:26 La Guardia civile rimarrà all’interno della Ctti fino a lunedì per impedire la conta elettronica del voto referendario.

14:24 Agenti della Guardia Civile spagnola sono ancora all’interno del Centro di Telecomunicazioni Tecnologia dell’Informazione (Ctti) per controllare se viene rispettato l’ordine del Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna di sospendere ogni servizio informativo relativo alla racconta voti del referendum referendari.

14:15 – I Mossos d’Esquadra stanno avvisando tutti i centri educativi, che alla vigilia del referendum hanno aperto le loro porte ad “attività ludiche”, che a partire dalle ore 6:00 di domani dovranno rimanere chiusi.

14:06 – il Consiglio per la Sanità catalano tramite Twitter: “Non dare retta a chiacchiere e false notizie. I centri di cura primari abriranno regolarmente lunedì 31 settembre, resteranno aperti tutta la settimana con gli orari abituali”.

14:02 – Il leader del Partito Popolare Catalano (PPC), Xavier García Albiol, ha chiesto al presidente del Governo spagnolo, Mariano Rajoy, di “non mollare” nella “difesa della democrazia e della libertà in Catalogna”, e ha assicureato che la Polizia nazionale e la Guardia Civile sono “i benvenuti” in Catalogna e “potranno restarci finché vogliono”.

Alle ore 14 di oggi, 30 settembre 2017, la situazione in Catalogna era la seguente

Almeno 163 seggi elettorali del referendum di indipendenza di domani sono già occupati per impedire che vengano chiusi dalla polizia, secondo dati forniti all’agenzia Efe dalla delegazione del governo spagnolo in Catalogna. La polizia ha per ora effettuato sopralluoghi in 1300 collegi, sui 2315 previsti, trovandone occupati 163. La giustizia spagnola ha ordinato alla polizia catalana e spagnola di chiudere i centri domani per impedire le operazioni di voto.

Centinaia di catalani, anche intere famiglie, hanno passato la notte nei seggi in diversi centri civici e scuole. La polizia catalana ha chiesto agli occupanti di liberare i locali entro domani alle 6 del mattino ma non è intervenuta per allontanarli, secondo i media catalani. L’occupazione dei seggi dovrebbe prolungarsi la prossima notte.

L’occupazione dei seggi è avvenuta in forma “pacifica e festosa” riferisce la tv pubblica tv3. Gli occupanti, spesso studenti con i genitori, hanno organizzato attività di ogni tipo, tornei di scacchi, di calcio, proiezioni di film, concerti, esibizioni artistiche e sportive. Decine di materassini sono stati portati nei seggi per poter portare a termine la “rivolta dei pigiama”. La polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, ha effettuato sopralluoghi in molti centri occupati senza però per ora prendere provvedimenti contro i presenti. Gli agenti hanno solo comunicato agli occupanti che devono lasciare i locali entro le sette di domenica, come ordinato dalla giustizia spagnola. Occupazioni pacifiche sono in corso ora tutta la Catalogna, da Barcellona a Girona, da Tarragona a Manresa. Si è registrato un solo incidente in un centro di Manleu. Sconosciuti hanno sparato pallini di piombo questa notte contro la porta di un seggio, ferendo leggermente quattro occupanti. Il governo catalano ha avvertito la popolazione di evitare di rispondere a “provocazioni”, sostenendo che la Spagna potrebbe cercare di provocare incidenti violenti.

Agenti della Guardia Civil si sono presentati questa mattina nel Centro delle Telecomunicazioni (Ctti) del governo catalano, dopo che un giudice ha ordinato la chiusura del sistema di raccolta dati sul referendum di domani, riferisce la tv pubblica Tv3. Gli agenti si erano già presentati nel Ctti questa notte per comunicare la decisione del giudice.

Il presidente catalano Carles Puigdemont si è dichiarato “molto deluso” dall’Ue per non avere tutelato i diritti civili in Catalogna “trascurando le proprie responsabilità”. “quando alla nostra gente si impediva di esporre un cartello per ‘Più Democrazia’, o si arrestava un giovane che aveva una pagina web di informazione sul referendum, si proibivano riunioni o si violava la corrispondenza postale, pensavo che l’Ue tanto coraggiosa nel fare discorsi moralizzatori in altri punti del pianeta, avrebbe detto qualcosa. Sono molto deluso”.

E la notte scorsa, tra venerdì e sabato, quattro persone sono rimaste lievemente ferite dopo che ignoti hanno sparato contro un seggio con un fucile da caccia nel comunte catalano di Manlleu. I feriti si trovavano sulla porta della scuola Puig Agut, parte di un gruppo di occupanti dei Comitati di difesa del referendum intenzionati a difendere il seggio. La polizia sta indagando, ma non ci sono stati al momento arresti.

Domenica ‘non ci sarà alcun voto’, manda a dire il governo Rajoy. In arrivo più di 10 mila agenti per blindare i seggi. Chiuso lo spazio aereo su Barcellona a voli privati e elicotteri fino a lunedì. Ma ieri sera alcuni cittadini hanno occupato pacificamente alcuni seggi per impedire che la polizia li chiuda, mentre un giudice spagnolo ordinava la chiusura del sito per il voto online. Circa 80 mila persone hanno assistito al comizio finale di Carles Puigdemont.

“Abbiamo già vinto! – ha detto – abbiamo sconfitto la paura, le minacce, le pressioni, le menzogne e le intimidazioni, di uno Stato autoritario”, e “ora tocchiamo quello che era un sogno”, l’indipendenza. Puigdemont ha esortato i catalani a “uscire di casa domenica determinati a cambiare la storia”. “Abbiamo un appuntamento con il futuro domenica, e anche lunedì, e tutta la settimana, perché cominceremo a camminare con passo fermo” come un paese “che vuole essere trattato come un paese normale”.

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