Potrebbe essere quello di Santiago Maldonado il corpo ritrovato martedì a 300 metri dal luogo della sua scomparsa. Le foto della manifestazione a Buenos Aires
di Marina Zenobio
Le autorità argentine hanno trovato, martedì scorso, il corpo di un uomo nella stessa zona dove è stato visto per l’ultima volta Santiago Maldonado , il tatuatore e militante mapuche di 28 anni scomparso 78 giorni fa. Il cadavere era appena nascosto tra i cespugli e l’acqua di una riva del fiume Chubut, a 300 metri dalla comunità mapuche dei Pu Lof, dove il 1° agosto si era tenuta un protesta indigena contro l’arresto di una attivista della comunità, a cui Maldonado aveva preso parte. La protesta è stata dispersa dalla polizia e da quel momento si sono perse le tracce del giovane.
Quello che si sa al momento è che il corpo ritrovato indossava vestiti molto simili a quelli che, secondo le testimonianze raccolte, indossava Maldonado il giorno della protesta indigena e della scomparsa, anche i capelli con i dreads corrispondono a quelli del giovane che viveva a El Bolsòn, nella Patagonia argentina, dove aveva aderito alle rivendicazioni del popolo mapuche per il diritto alla terra.
Tutto lascia tragicamente pensare che si tratti proprio di Maldonado, ma sia la famiglia che le autorità non confermeranno fino ai risultati dell’autopsia, a causa dell’avanzato stato di decomposizione del corpo. “Finché non avremo i risultati delle perizie non è possibile stabilire l’indentà né la causa della morte. Chiediamo per favore che si rispetti questo nostro difficile momento” ha dichiarato la famiglia in un comunicato alla stampa.
Il corpo, da quanto riportato dal quotidiano argentino La Naciòn, sarà trasferito presso l’istituto di medicina legale di Buenos Aires e all’autopsia presenzieranno esperti della Corte Suprema.
La comunità mapuche di Pu Lof, si è stabilita in quella zona nel 2015 per rivendicare alla industria tessile Benetton la proprietà del territorio, è convinta che il corpo di Maldonado non sia morto per affogamento, come qualcuno sta ipotizzando. Quella zona è stata rastrellata tre volte, le acque del fiume scandagliate dai pompieri ma il corpo non era stato trovato. Secondo la teoria della comunità mapuche fino a tre giorni fa quel corpo non era lì. “Quel corpo è stato messo lì perché si potesse ritrovare facilmente” ha dichiarato alla stampa Soraya Maicoñ, portavoce dei e delle mapuche Pu Lof.
Se la perizia legale confermerà che quel corpo è di Santiago Maldonato, dovranno anche determinare la cause della morte, se affogato oppure vittima della repressione della polizia, tra le varie incognite di un caso che sta sconvolgendo l’Argentina in piena campagna per le elezioni legislative di domenica prossima.
La scomparsa di Maldonado ha prodotto decine di proteste sia in Argentina che a livello internazionale. Per domani, giovedi, altre manifestazioni sono state convocate in diverse città argentine.
Le foto per Popoff di Armando Morgia da Buenos Aires
In un paese dove la dittatura militare degli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso si è resa responsabile di oltre 30mila scomparsi e scomparse, la figura del “desaparacido” suscita una sensibilità particolare. Maldonado è diventato un simbolo di protesta contro uno Stato che molti argentini, soprattutto i mapuche, considerano un’istituzione che reprime.