Bufera sui social per le parole di Grasso sulle foglioline. Lo scandalo semmai è che il simbolo di chi ha inventato la guerra umanitaria copia Emergency
di Giulio AF Buratti
Più che una fake news è una no news. Ma è il genere preferito dai notisti politici di casa nostra. Stiamo parlando delle foglioline di Grasso, quella E stilizzata che compare a destra nel simbolo elettorale di Leu, Liberi e uguali, la formazione con cui Mdp, SI e Possibile correranno alle prossime politiche. Ovviamente nessuno dei giornali sponsor di questa lista (Repubblica e manifesto in prima linea) ha dedicato una riga al mistero per cui chi ha votato per guerre, lenzuolate, fiscal compact, buona scuola e jobs act debba costituire e guidare una coalizione per salvare la patria dai danni di guerre, lenzuolate, fiscal compact, buona scuola e jobs act. Però si spremono le meningi per scrivere pezzi sulle foglioline di Grasso.
Ma che cosa ha detto ieri Grasso? «Non volevo nome nel simbolo (di una lista guidata da quattro uomini, ndr), ma mi hanno detto che è come il braccialetto che si mette al polso dei neonati», ha detto l’ospite a «Che tempo che fa», su Rai 1, presentando il simbolo del partito. «È amaranto che indica protezione. Poi – ha aggiunto – ci sono alcune foglioline, a forma di E, che indicano le donne presenti nel nostro movimento e il ruolo che svolgono nel Paese». E così è scoppiata la bufera sui social. Sulle agenzie a lanciare la carica risultano esponenti del Pd, partito particolarmente affezionato tanto alle fake, quanto alle no news. «Hanno accusato matteorenzi per anni di volere il #PdR, il partito personalistico, contrario alla tradizione della sinistra doc, poi sono usciti e hanno fondato il #PdG, il partito di #Grasso con il cognome nel simbolo, più foglioline per le donne. Ma se è contro Renzi tutto bene», scrive su Twitter il deputato del Pd Emanuele Fiano, a proposito del simbolo di Liberi e uguali. Il tweet di Fiano, come tanti altri dello stesso tono, è stato rilanciato e condiviso da molti esponenti del Pd. Come quello del senatore dem Andrea Marcucci, che ha scritto: «’Io sono l’unico a non aver messo il nome nel simbolo’, diceva #Bersani nel 2013. Poi con #Grasso ha cambiato idea».
Per qualche ora l’hashtag #fogliolinè è stata anche in alto nel flusso su twitter, terzo nei trending topics” in Italia. “Da costole di Adamo a #foglioline di Grasso. Un bel passo avanti, non c’è che dire”. “Le #foglioline sono un po’ come le foglie di fico di Adamo ed Eva, messe lì a coprire le vergogne. In questo caso coprono la vergognosa situazione delle donne in Italia”. Molti i commenti indignati di chi accusa la nuova formazione di mortificare il ruolo delle donne. Sul fronte opposto c’è chi reagisce replicando che si tratta di una fake news, visto che il riferimento floreale è stato fatto da Fabio Fazio e non da Grasso. E che comunque Grasso ne parla facendo riferimento all’ambiente, e non alle donne. Ieri sera, Grasso, ha illustrato così la controversa congiunzione nel simbolo: «Qui c’è liberi,libere, perché noi abbiamo come elemento fondante la parità di genere». Quindi la domanda di Fabio Fazio: «Cioè, le foglioline…?». E Grasso: «Ci sono delle foglioline accanto alla I che danno l’idea dell’ambiente per le foglie. Questa E dà la possibilità di individuare le donne come elemento fondante della nostra formazione politica, del resto le madri, sorelle, compagne, lavoratrici sono veramente coloro che possono aiutarci a cambiare questo paese».
A ben guardare il simbolo sembra richiamare una vecchia campagna di Emergency. Lo ha disegnato Alberto Civati, 39enne fratello minore di Pippo, fondatore di Possibile, il quale ha negato di essersi ispirato all’organizzazione che, più di ogni altro, tenta di ripare i guasti prodotti dalle guerre umanitarie scatenate dai voti parlamentari della stragrande maggioranza dei parlamentari liberi-uguali. La “E” maiuscola, spiega alle agenzie il Civati fratello, «riprende l’articolo 3 della Costituzione (“tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso…”) ed è un riferimento alle donne, perché coniuga ‘liberi’ in ‘libere’».
Ma se è una no news, perché Popoff ci spreca un articoletto? Perché vorremmo ripetere la domanda a chi si scervella di andare oltre i luoghi comuni sulla sinistra a partire dal ritornello insulso per cui a sinistra si sa solo dividersi. Perché a guidare la sinistra, anche se la parola non compare nel simbolo amaranto, dovrebbe essere lo stesso ceto politico che l’ha sradicata?