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Genova, se il Porto è come un Circo

Genova, ecco “Grow Up” il festival di arti circensi ideato e prodotto dall’Associazione Culturale Sarabanda

da Genova, Claudio Marradi

Una sirena muggisce nella nebbia, schiocchi di vele nel vento, rumore di legno che rolla tra le onde… approda un veliero al molo Mandraccio del Porto antico di Genova. Niente di strano per una città di mare, se non fosse che questo è fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni. Vascello fantasma, invisibile agli occhi, che si materializza tuttavia ad adulti e bambini tutti i giorni a ore fisse, fino a domenica 7 gennaio,  sotto il tendone da circo di Circumnavigando. E’ il festival internazionale che, dopo le anteprime di inizio dicembre, che hanno portato il circo contemporaneo anche tra le mura del carcere di Marassi,  entra ora nel vivo con il Circo Zoé e il suo “Naufragata”. Una ballata che racconta l’impossibilità di arrivare e di ripartire per sentirsi vivi, su una nave che ha per  equipaggio una formazione di nove elementi di cui ognuno, dal capitano al mozzo, ha una specialità tutta sua. Trapezisti, contorsioniste e giocolieri, narrano ognuno la propria storia su una colonna sonora folk rock per batteria, fisarmonica e violino che a tratti ricorda Hurricane di Bob Dylan, a volte le danze dei cosacchi del Don. E altre ancora la malinconia di un fado portoghese  che accompagna l’incredibile passeggiata romantica di una coppia lungo l’asse verticale di una pertica: tenerezze e abbracci, mani e gambe che si cercano e che si intrecciano.  E paurosi scivoloni che si arrestano a pochi centimetri dall’impatto col suolo. L’amore, forse.

Per crescere, cresce bene: col titolo di “Grow Up” il festival di arti circensi ideato e prodotto dall’Associazione Culturale Sarabanda di Genova con la direzione artistica di Boris Vecchio, arriva alla sua diciassettesima edizione ed è oggi un adolescente agile e curioso alla scoperta del mondo in un giro di 16 giorni e che, con 36 spettacoli e 17 compagnie nazionali ed estere, si muove  tra il Tendone da Circo al Porto Antico, i teatri, le piazze e i palazzi storici di Genova. In cartellone Compagnia Barks, Jessica Arpin, Sandrine Juglair, Compagnia blucinQue, Circo Zoè, Cie LPM, Compagnia Sarabanda, Collettivo Fabbrica C e tanti altri, per “un Festival che anche quest’anno riuscirà a immergere il pubblico nel Circo Contemporaneo e nel Teatro di figura e di strada con  prime nazionali,  work in progress, un incontro pubblico, un  master di corda molle e i bambini della Scuola  Genova Arti Circensi. Le compagnie di questa edizione porteranno a Genova, e non solo, le migliori discipline circensi, con una una commistione di generi e stili, nuove arti, nuove generazioni, per catturare il pubblico di ogni età: un’esperienza culturale unica nel suo genere”, come  ha dichiarato Boris Vecchio, che sul palco del tendone  porta “Sentido”,  uno spettacolo di cui cura la regia in prima persona e che entra nel mondo della drammaturgia teatrale in piena commistione tra libertà e  poesia del movimento.

Il Capodanno sotto al Tendone da Circo, a partire dalle 22.00, offrirà poi l’occasione di festeggiare l’inizio dell’anno con una serata di divertimento per tutte le età insieme al Circo Zoé, ospiti e musica aspettando insieme la mezzanotte per brindare con spumante e panettone. Ma non solo Genova per Circumnavigando di quest’anno, che farà tappa anche al Teatro Sociale di Camogli, dove il 29 dicembre la Compagnia Teatro Necessari presenterà “Nuova Barberia Carloni”, e in Piazza Da Vigo, a Rapallo il 27 dicembre con “Famiglia Mirabella” de Il Teatro Viaggiante e il 30 dicembre con la Compagnia Ribolle e lo spettacolo “Ribolle”.

E ancora numeri di circo contemporaneo, giocoleria, acrobatica, teatro, danza, ginnastica, circo tradizionale e tanto altro (qui info, promozioni e tutto il programma), per un’edizione che ancora una volta porta in Liguria  il meglio della scena internazionale di un’arte antica come l’uomo che sta vivendo una seconda, sorprendente giovinezza. Avviandosi a diventare perfino una specie di metafora globale del nostro tempo. Insomma, sarà che ormai siamo diventati tutti funamboli, equilibristi di esistenze che corrono sul filo di una precarietà che costringe a salti mortali per arrivare alla fine del mese, ma il circo non è mai stato così in salute.  Perché tanto vale abbracciarne il lato affascinante, di questa idea di precarietà, nella leggerezza e nell’eleganza di corpi che sfidano  le leggi di gravità   e quelle del mercato, che ci vorrebbero tutti inchiodati  al pavimento della necessità.  Resta inalterato, da sempre, la gioia di dare e ricevere il brivido e lo stupore, lo spavento e il sollievo di un’acrobazia a lieto fine,  proprio come recita quella vecchia canzone: “non li senti trattenere il respiro, quando sei in alto e cammini sul filo?”.

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