A Palazzo Ducale, oltre 50 opere di Picasso e numerose fotografie. Il percorso artistico del genio catalano e le opere più care allo stesso Picasso
da Genova, Claudio Marradi
Non solo Modigliani: un altro mondo dell’arte è possibile? Chi lo sa. Certo è che sembra ogni giorno più necessario. Un po’ come tutto il resto, in fondo. E così, mentre la mostra PICASSO. Capolavori dal Museo Picasso di Parigi naviga in acque sicure che la stanno conducendo al traguardo del prossimo 6 maggio, la vicenda dei falsi del pittore livornese esposti a Palazzo Ducale di Genova è ormai affare della Procura della Repubblica, avvitandosi in una guerriglia di perizie e controperizie che fanno ballare ricchezze vertiginose, con valutazioni che oscillano da decine di milioni di Euro a pezzo a praticamente zero nel caso di accertata falsità. Roba che il grafico della quotazione di Bitcoin, per dire, sembra un elettrocardiogramma piatto.
E allora, anche per consolarsi di tante amarezze, benvenuti a casa Picasso. Una fucina in gran disordine ma di enorme ispirazione e continuo lavoro. Casa e bottega, insomma, in un atelier che è anche abitazione e dove si depositano opere proprie ma anche quelle di artisti amati e compagni di strada come in un personalissimo museo che diviene fonte di ispirazione, di raffronti e di contiguità. Case, amori, universi… per citare il bel titolo di un romanzo di Fosco Maraini. Tutto racchiuso nello scrigno di quattro mura, perché così erano le case di Pablo Picasso. Attiravano la curiosità di amici ed estimatori che spesso han lasciato personalissimi racconti di ciò che han visto. E numerose, tantissime fotografie.
L’esposizione, curata da Coline Zellal, conservatrice del patrimonio del Museo Picasso di Parigi e promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria, è organizzata da Mondomostre Skira in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi e si inserisce nell’ampio progetto “Picasso-Méditerranée” del Musée National Picasso-Paris. Evento culturale internazionale, iniziato nella primavera 2017 e che si protrarrà fino alla primavera 2019: più di sessanta istituzioni hanno immaginato una serie di mostre sull’opera “ostinatamente mediterranea” di Pablo Picasso. Su iniziativa del Musée National Picasso-Paris, l’esposizione genovese, percorso nel lavoro dell’artista e nei luoghi che l’hanno ispirato, rappresenta una particolare esperienza culturale, dedicata a rinsaldare i legami tra i Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. Oltre 50 opere di Picasso e numerose fotografie, nelle quali è leggibile non solo il percorso artistico del genio catalano, attraverso i diversi periodi e i vari stili dell’artista dall’inizio del Novecento fino agli anni Settanta, ma anche mostrare le opere più care a Picasso stesso. I prestiti del Museo Picasso di Parigi sono infatti tutte opere da cui il pittore non si è mai separato fino alla morte nel 1973 e quindi oggetto di particolare predilezione da parte sua.
Dagli studi preparatori per le “Demoiselles d’Avignon” fino alle opere tardive degli anni ’70, l’esposizione ripercorre oltre mezzo secolo di sperimentazioni, testimoniando la straordinaria varietà che caratterizza la pittura di Picasso e la storia delle abitazioni dell’artista e delle vite incrociate di opere e abitanti: le rare fotografie dell’atelier del Bateau-Lavoir documentano gli studi per le “Demoiselles d’Avignon”, ma sono anche testimonianza della vita sociale che Picasso conduce a Montmartre; in Rue des Grands-Augustins il pittore vive in compagnia di Dora Maar e di decine di ritratti della donna che tappezzano i muri dell’atelier; nella villa La Californie a Cannes, i ritratti fotografici dei figli Claude e Paloma sono gli echi esatti dei ritratti dipinti che Picasso esegue nello stesso periodo; nel mas di Notre-Dame-de-Vie a Mougins, Picasso posa insieme alle sue opere, in casa come in giardino. Le opere esposte in mostra e i loro “viaggi” da uno studio all’altro hanno dunque una grande potenza rivelatrice: attraverso le immagini degli atelier, come attraverso le opere, diventa possibile contemplare l’artista al lavoro ma soprattutto ciò che ha scelto di mostrare e ciò che di proposito ha tenuto segreto.
Il grande fotografo Brassaï paragonava d’altronde i quadri che Picasso appendeva alle pareti a una “riunione delle opere della stessa covata raggruppate come per un ritratto di famiglia”.
Il percorso della mostra, tematico e cronologico, approfondisce e illustra così in dieci sezioni la creatività del grande artista: i suoi quadri divengono i personaggi di un immenso teatro che illumina alcuni importanti principi della sua creazione come dei suoi dubbi, che lo stesso Picasso riassume, dieci anni prima della sua morte: «La pittura è più forte di me, mi fa fare quello che lei vuole».