Lo storico e politologo ebreo accusa: «I miei genitori hanno partecipato alla rivolta del ghetto di Varsavia e l’intera mia famiglia è stata sterminata dai nazisti. Proprio per questo considero spregevole strumentalizzare l’Olocausto».
«Ogni singolo membro della mia famiglia è stato sterminato nell’Olocausto. Non considero niente di più spregevole dell’usare la loro sofferenza e il loro martirio per tentare di giustificare la tortura, la brutalità e la demolizione delle case che ogni giorno Israele commette contro i palestinesi». Norman Finkelstein è uno storico e politologo, ed è ebreo. Queste frasi sono state pronunciate nel 2010, ma sono quanto mai attuali.
Norman Gary Finkelstein ha insegnato alla New York e alla DePaul University. È stato licenziato nel 2007 a causa delle sue posizioni critiche nei confronti di Israele e delle polemiche sorte intorno alla definizione di Finkelstein di «industria dell’Olocausto»: termine col quale indica le organizzazioni e le personalità ebraiche che, a suo parere, hanno strumentalizzato la Shoah a fini politici (per sostenere la politica israeliana) o mercantili.
Nel 2010 è stato invitato a tenere un discorso sulla questione israelo-palestinese all’Università di Waterloo (in Canada). Nel corso della conferenza una ragazza gli ha posto la seguente domanda: «Durante il suo discorso ha fatto molti riferimenti agli ebrei, così cone in particolare a certi ebrei in questa sala, paragonandoli ai nazisti. Questo è molto offensivo per i tedeschi, ed è, inoltre, estremamente offensivo per le persone che hanno effettivamente sofferto nella guerra nazista».
La sua risposta è stata: «Io non rispetto più questo discorso. Davvero, non più. Non mi piace, e non rispetto le lacrime di coccodrillo. Le lacrime di coccodrillo. A me non piace giocare di fronte a un pubblico la carta dell’Olocausto. Ma adesso mi sento obbligato a farlo. Il mio defunto padre è stato prigioniero ad Auschwitz. La mia defunta madre stette nel campo di concentramento di Majdanek. Ogni singolo membro della mia famiglia, dalla parte di mio padre e di mia madre, è stato sterminato. Entrambi i miei genitori presero parte alla rivolta del ghetto di Varsavia. Ed è esattamente e precisamente per la lezione che i miei genitori hanno insegnato a me e ai miei due fratelli che io non rimarrò in silenzio mentre Israele commette i suoi crimini contro i palestinesi. E non considero niente di più spregevole dell’usare la loro sofferenza e il loro martirio per tentare di giustificare la tortura, la brutalità e la demolizione delle case che ogni giorno Israele commette contro i palestinesi. Pertanto, io rifiuto di farmi ancora intimidire o soggiogare dalle lacrime. Se voi aveste un cuore lo usareste per piangere i palestinesi».
Carissimo Popoff
non per fare il guastafeste, ma c’e’ un problemino: Gary Finkelstein e’ nato nel 1953, un caso veramente singolare di parto avvenuto 10 anni dopo la morte dei genitori in campo di concentramento!
http://en.wikipedia.org/wiki/Norman_Finkelstein
ciao
sig. Nencini,
se leggesse l’articolo di Wikipedia da lei indicato, scoprirebbe che i genitori di Finkelstein SOPRAVVISSERO all’olocausto ed in seguito, dopo la guerra, si stabilirono negli USA dando alla nascita il sig. Norman Gary Finkelstein…….. quindi nessun “problemino” sull’autenticità della storia.
Almeno leggere le fonti citate, prima di scrivere banalità!
Pazzesco…
da Wikipedia:
“Norman’s father, Zacharias Finkelstein, was a survivor of both the Warsaw Ghetto and the Auschwitz concentration camp.[5] After the war they met in a displaced persons camp in Austria, and then emigrated to the United States, where his father became a factory worker and his mother a homemaker and later a bookkeeper.[6] Finkelstein’s mother was an ardent pacifist. Both his parents died in 1995.[7]”