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#BrasileBelgio. Polemiche per il fotomontaggio del Salvini belga

#BrasileBelgio. Theo Francken, omologo di Salvini nel governo belga, twitta un fotomontaggio che mostra il Manneken-Pis che urina su un piangente Neymar

Theo Francken e Philippe Close hanno suscitato polemiche dopo che il Belgio ha battuto il Brasile nei quarti di finale della Coppa del Mondo. Il segretario di stato per l’asilo e la migrazione e il sindaco di Bruxelles hanno pubblicato su Twitter un montaggio che mostra il Manneken-Pis, una sorta di simbolo della città, che urina su un piangente Neymar. Francken è membro della Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA, è un partito politico fiammingo di centro-destra, omofobo, nazionalista, a volte violento nei comportamenti dei militanti, nato dallo smembramento della Volksunie nel 2001. Il partito è membro del governo fiammingo dal 2004. La principale rivendicazione della N-VA è l’indipendenza delle Fiandre, nel quadro dell’Unione europea.

Tre giorni dopo essere stato nominato Segretario di Stato nel governo Michel l’11 ottobre 2014, Theo Francken è stato criticato dall’opposizione per aver partecipato un paio di giorni prima al 90º anniversario della nascita del simpatizzante nazista e collaboratore Bob Maes. Il 16 ottobre, Theo Francken s’è scusato alla Camera. Il 21 marzo 2017, Theo Franken fu protagonista di uno scambio di tweet graffianti con Medici senza Frontiere accusandoli di contribuire al traffico di esseri umani e di incoraggiare l’immigrazione illegale. Nei suoi tweet, il Segretario di Stato per l’asilo e la migrazione incolpa i MSF sulle loro operazioni di soccorso, «Con le operazioni di soccorso al largo della costa, si crea un effetto di aspirazione e quindi più morti: questa è la tratta di esseri umani. Non ha nulla a che fare con i rifugiati. La migrazione illegale». Theo Francken si incontrerà con i membri della ONG ammettendo di essersi spinto, ma senza scusarsi.

«Francken è tossico per la democrazia», ha scritto l’Echo mentre l’Express ha detto che Francken era «consapevole del rischio» quando, nel 2017 si è accordato con i vertici sudanesi (il Sudan è governato da Bashirsu cui pende un mandato di cattura dalla Corte penale internazionale) per far rimpatriare migranti, gettati in pasto ai loro torturatori. Francken sapeva che una volta in Patria, quei sudanesi sarebbero stati abusati. Così come Minniti e Salvini sanno la sorte di chi viene respinto in Libia, o Tsipras quello che accade nei lager turchi dopo gli accordi di esternalizzazione delle frontiere.  «Non sono il Trump fiammingo, non sono mai stato anti-migrazione, sono per la migrazione controllata, con regole severe da rispettare, con intervento risoluto quando le circostanze lo richiedono» ha detto allora un Theo sorridente.

L’articolo 3 della Convenzione dei diritti umani proibisce la tortura, ma anche l’estradizione verso Stati stranieri qualora possa condurre alla tortura dei rifugiati.

Ma l’idea utilizzare il bambino che piscia per pisciare virtualmente sull’avversario sconfitto è bipartisan visto che il borgomastro di Bruxelles, Philippe Close, è membro del Partito socialista. Che l’atmosfera dello stadio crei una sorta di zona franca etica e un’enfasi nazionalista è fatto noto anche molto a sud di Bruxelles, in Italia ad esempio. Ed è questo il bello di questi mondiali senza azzurri, che non ci sono scene di goliardia fascistoide, di schiamazzi razzisti e sessisti, di esaltazione per la bandiera. Tanto a quelle ci pensa il governo.

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