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Israele libera l’artista napoletano Jorit. A Gaza si continua a morire

Jorit con altri due attivisti stava dipingendo, sulla Barriera, il volto di Tamimi, l’adolescente arrestata per aver schiaffeggiato un soldato israeliano

di Marina Zenobio

La Farnesina conferma il rilascio da parte delle autorità israeliane dello street artist napoletano Jorit Agoch e dell’altro italiano che era stato arrestato con lui a Betlemme. I due erano detenuti nel carcere di Gerusalemme del Russian Compound. La notizia è stata diffusa dal vice sindaco del Comune di Quarto (Napoli), dove Jorit risiede con la famiglia, Giuseppe Martusciello. Da quanto si apprende, il rilascio dei tre giovani (con Jorit un altro ragazzo italiano e un palestinese) è stato subordinato dalle autorità israeliane a un provvedimento di espulsione dal Paese. Jorit Agoch, lo street artist di origini olandesi, era stato fermato ieri con l’accusa di aver «danneggiato e imbrattato la Barriera di difesa nella zona di Betlemme», dove aveva dipinto un murale in omaggio all’attivista palestinese adolescente Ahed Tamimi,  che proprio oggi ha riacquistato la libertà dopo otto mesi di detenzione in Israele con l’accusa di aver schiaffeggiato un soldato delle forze di difesa israeliane. Tuttavia l’azione di Jorit e degli altri due attivisti sembra aver raggiunto almeno un risultato, con un tempismo perfetto Israele ha deciso proprio questa mattina di scarcerare Tamimi e sua madre. Jorit Agok, napoletano di origini olandesi, è famoso in Italia per avere realizzato numerosi graffiti che raffigurano Massimo Troisi, Maradona e altri personalità della “napoletanità”. Ad informare dell’arresto suo e degli altri due è stato lo stesso street artist con un messaggio via Facebook che, scritto alle 19 di ieri sera, dice “Siamo stati arrestati a Betlemme dall’esercito israeliano. Chi può ci aiuti”.

«Sono felice. Ho già parlato con Jorit attraverso il telefono dell’avvocato del consolato italiano che ha seguito la vicenda – ha detto la signora Jeannina, mamma di Jorit – ho sentito Jorit contento e ha fatto anche una battuta. È provato dall’esperienza, ma non ha perso il buonumore che lo contraddistingue sempre». Il rimpatrio del giovane artista e dei compagni sarà organizzato dal consolato italiano nelle prossime ore.

Tutto questo in una giornata che era iniziata con la notizia di due palestinesi uccisi in un attacco aereo condotto a Jabalya (Gaza) da un velivolo dell’aviazione israeliana. Lo riferisce il ministero della Sanità locale che ha identificato gli uccisi in Ayman al-Najar e Jamal Hamuda, entrambi di 24 anni. Nelle loro immagini riportate da siti web palestinesi appaiono accanto a vessilli del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Israele ancora non ha commentato l’episodio mentre, senza fornire altri dettagli, il Fronte ha confermato l’identità e l’appartenenza delle vittime: Sono morti mentre svolgevano il proprio dovere» . Mentre ieri, un quindicenne palestinese, Muamen Fathi al-Hams, è morto per le ferite riportate il giorno prima alla barriera di confine tra la Striscia di Gaza e Israele, dove è stato colpito al torace da soldati israeliani. Lo riferiscono fonti del ministero della Sanità dell’enclave palestinese. Sale così a tre il numero dei morti nelle proteste di ieri, tra cui un ragazzo di 14 anni e un uomo di 43, mentre circa duecento manifestanti sono rimasti feriti. Hams era tra i settemila palestinesi che ieri si sono radunati al confine per protestare contro l’occupazione israeliana nell’ambito della Grande Marcia del ritorno organizzata dal movimento islamico di Hamas e in corso dal 30 marzo. Sono 155 i palestinesi che, da allora, sono stati uccisi dai militari israeliani.

Israele, intanto, conferma di aver intercettato lo scafo a bordo del quale un gruppo di pacifisti di varie nazionalità cercavano di raggiungere Gaza. «Volevano infrangere il blocco legale imposto alla Striscia» ha reso noto un portavoce militare. L’imbarcazione «è stata intercettata secondo le regole del diritto internazionale». L’abbordaggio, ha aggiunto il portavoce, si è svolto «senza eventi eccezionali». Lo scafo viene adesso trainato verso il porto israeliano di Ashdod da dove, ha assicurato il portavoce, il carico umanitario che potrebbe trovarsi a bordo sarà inoltrato nella striscia di Gaza.

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