Chemnitz, «Cuore invece di odio», è stato lo slogan della contro protesta, che in tedesco suona come un gioco di parole «Herz statt Hetze»
L’ultradestra torna a manifestare a Chemnitz, e una settimana dopo la morte di un 35enne tedesco in una rissa con due migranti che ha scatenato una riposta violenta, le strade della cittadina della Sassonia sebbene la vittima, Daniel H., 35 anni, si definisse “lavoratore antifascista” e sul suo profilo social fosse scritto a chiare lettere: Fuck Nazis! Migliaia di persone hanno protestato ancora una volta su fronti diversi. Il movimento di destra populista Pro Chemnitz ha richiamato in piazza circa 1500 persone ma c’è chi scrive 4000, che si sono unite a sorpresa a una manifestazione promossa dal partito Afd (Alternative fuer Deutschland) e dal movimento anti-islamico Pegida. «Wir sind das Volk!» (Noi siamo il popolo). In un sondaggio Insa di ieri, Afd è al 25%, il secondo partito del Land, tre punti in meno della Cdu di governo e sette sopra la Linke, la più importante forza politica dell’opposizione, qui infatti governa una grosse koalition. A livello federale Afd viaggia a quota 17%, tallonando la Spd al 18% (rilevazione Zdf).
E’ stato proprio sulla pagina Facebook di Pro-Chemnitz, ad essere stata pubblicata una copia del mandato di arresto dell’iracheno di 22 anni accusato dell’omicidio del falegname tedesco di origine cubana con tanto di dettagli personali riservati: nome, cognome, numero di telefono. Il documento è stato rimosso dopo qualche ora ma intanto era ripreso dal sito del fondatore di Pegida, il movimento xenofobo e islamofobo, Lutz Bachmann, personaggio con fedina penale discutibile e buoni rapporti con la polizia, almeno con quei settori pronti a una violazione del segreto d’ufficio per favorire gruppi nazi o d’estrema destra. Fin dalle prime ore della mattina i sospetti si sono concentrati sulla polizia che, come altrove, arruola e forma simpatizzanti per la destra estrema e violenta.
«Merkel deve andarsene!», hanno scandito i populisti che accusano la cancelliera di politiche migratorie troppo morbide. Una resa dei conti gridata nelle piazze, promossa da chi ha come sempre nel mirino la cancelliera che lanciò il noto «ce la facciamo», slogan con cui accolse un milione di profughi nel 2015. Una contromanifestazione ha portato nelle stesse ore e nelle stesse strade circa 3-4mila persone per dire no alla xenofobia e alla violenza, dopo i tumulti provocati a Chemnitz domenica e lunedì scorsi, e dimostrare che l’ostilità dell’estrema destra nei confronti degli stranieri non rappresenta la posizione dei tedeschi.
«Cuore invece di odio», è stato lo slogan della contro protesta, che in tedesco suona come un gioco di parole «Herz statt Hetze» in una città blindatissima. La Federcalcio tedesca ha cancellato la partita tra Dinamo Dresda e Amburgo, in programma per la Bundesliga 2 per concentrare tutte le proprie risorse a Chemnitz, a circa 65 km da Dresda. A questo corteo hanno partecipato anche il segretario dell’Spd, Lars Klingbeil, e la sindaca della cittadina, Barbara Ludwig: «Da Chmenitz e dalla Sassonia deve arrivare oggi un messaggio chiaro: lotteremo con tutte le forze dello stato di diritto contro l’odio di destra», ha dichiarato la prima cittadina, reagendo al tentativo di giustizia fai da te che lo scorso fine settimana aveva portato a una vera e propria caccia allo straniero. La polizia ha fronteggiato la situazione, stavolta, con una presenza massiccia, sostenuta anche da unità di altre regioni e federali e ricorrendo a idranti e blindati. «I cortei si sono poi sciolti volontariamente – ha affermato una portavoce delle forze dell’ordine locali all’ANSA, fornendo un bilancio in serata – ma non possiamo escludere che proprio adesso si verifichino disordini. Noi riteniamo di no. E la situazione è al momento sotto controllo». L’atmosfera era tuttavia carica di tensione, ha confermato la portavoce, ma diversamente da domenica e lunedì scorso – quando le forze delle ordine sottovalutarono l’entità della manifestazione dell’ultradestra – l’andamento di oggi è stato complessivamente «pacifico».