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Apologia di fascismo, a giudizio Lealtà e Azione

Lealtà e Azione dovrà rispondere della lugubre sceneggiata al Cimitero Maggiore di Milano del 2016. La denuncia di Saverio Ferrari e dell’Osservatorio Nuove Destre. Leggi il dossier

 

A giudizio il prossimo 17 gennaio i vertici di Lealtà e azione per apologia di fascismo. La denuncia partita da Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre dopo la manifestazione del 25 aprile 2016 al Cimitero Maggiore.

​Lunedì 25 Aprile 2016 al Cimitero Maggiore, promossa dall’associazione Memento, ovvero Lealtà azione, si tenne una manifestazione al Campo 10 dove sono sepolte le salme di alcune centinaia di caduti della Repubblica sociale italiana: SS italiane, appartenenti alla Decima Mas, della Legione Ettore Muti e della Guardia nazionale repubblicana. Anche tre militi della Gnr che fecero parte del plotone di esecuzione che il 10 agosto 1944 fucilò in piazzale Loreto quindici patrioti, si trovano in questo campo. Diverse anche le figure di rilievo del regime fascista che sono state qui tumulate, da Alessandro Pavolini, il comandante delle Brigate nere, ai gerarchi Francesco Maria Barracu e Carlo Borsani, a Francesco Colombo il capo della Legione Muti.
​Nel corso di questa manifestazione i partecipanti, circa trecento, sfilarono inquadrati per i viali del cimitero, indossando come una divisa giubbotti neri con le insegne di Lealtà azione, fecero pubblicamente e ripetutamente il saluto romano e sventolarono bandiere con l’aquila di Salò.
​A seguito di questo avvenimento Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre, assistito dall’avvocato Anna Miculan, presentò una denuncia-querela richiamando i reati previsti dalla “Legge Scelba” e dalla “Legge Mancino” per avere i manifestanti esaltato principi, fatti e metodi del fascismo, allegando alla querela una documentazione con foto, filmati e resoconti giornalistici.

​Il 12 ottobre scorso l’ottava sezione penale del Tribunale di Milano, su richiesta del pm Piero Basilone, ha disposto il giudizio, il prossimo 17 gennaio, per quattro esponenti di primo piano di Lealtà azione: Stefano Del Miglio, Fausto Marchetti, Fabio Passanante e Norberto Scordo. Gli stessi hanno fatto richiesta di procedere con rito abbreviato.
Proprio l’Osservatorio democratico sulle nuove destre ha curato un importante dossier (clicca per leggere) su una storia fatta di proclami e spedizioni punitive, teste rasate e teste spaccate, palestre, birre, contatti con le mafie, con le curve, volontariato “abusivo” e primatista (una delle loro onlus si chiama Bran.Co) e ronde regolari,  su questo gruppo neofascista piuttosto radicato a Milano e che aveva provato a calare su Genova (leggi qui il dossier degli antifascisti genovesi). Si tratta degli eredi di Hammerskin, fan di Codreanu e Leon Degrelle, in ottimi rapporti con la Lega lombarda e Fratelli d’Italia che non disdegnano di partecipare alla loro Festa del Sole. Scrive Patria Indipendente, sito dell’Anpi: Lealtà-Azione è un’organizzazione nata in Lombardia, aprendo quasi contemporaneamente la sede di Milano e quella di Monza nel 2010, diretta emanazione degli ambienti Hammerskin (in un’estrema semplificazione: naziskin di “scuola” americana), ma con ambizioni a più ampio raggio. Infatti negli ultimi anni Lealtà-Azione ha aperto sedi fuori dalla Lombardia (Genova e Firenze) e ha stretto legami con varie realtà in una sorta di soggetto federato che tocca città come Udine, Torino, Vicenza, Sanremo, Roma, Bari e Catanzaro.
Membri di Lealtà-Azione si sono resi protagonisti di aggressioni e accoltellamenti e la stampa ha dato notizia di preoccupanti indizi di vicinanzacon la criminalità organizzata.
Lealtà-Azione è presente nelle istituzioni. In particolare con Andrea Arbizzoni, assessore allo sport di Monza eletto nelle liste di Fratelli d’Italia, e Stefano Pavesi, nel consiglio municipale di Zona 8 a Milano eletto nelle liste della Lega Nord.

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