Dal 6 al 27 febbraio la mostra fotografica di Annamaria Rivera, “Un’antropologa a Essaouira”, alla Biblioteca storica nazionale dell’Agricoltura
La mostra, che si concluderà nel pomeriggio del 27 febbraio con la presentazione del libro La città dei gatti. Antropologia animalista di Essaouira (Dedalo, Bari 2016, qui la recensione di Cristiana Scoppa per Popoff), è una selezione di fotografie scattate dall’autrice nel corso di una lunga ricerca di campo.
Un tempo detta Mogador, Essaouira è una città fortificata del Sud-Ovest del Marocco, affacciata sull’Oceano Atlantico e dotata di un porto da pesca. Essa, che conta più di settantamila abitanti, sorge al centro di una lunga baia, orlata da una spiaggia di sabbia sottile e in parte protetta dagli alisei e dai marosi, grazie al piccolo arcipelago delle isole dette Porporine. La città si caratterizza non solo per gli alisei, ma soprattutto per un microclima che le garantisce una temperatura media dolce e alquanto omogenea nel corso dell’anno.
E’ caratterizzata da una medina (la parte entro le mura) che, oltre ad essere il principale polo artigianale e commerciale, fin dal 2001 è iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Sebbene assediata dall’industria del turismo, resta una città speciale: non solo per l’artigianato, ma soprattutto per la densa vita culturale, per il carattere cosmopolita e l’identità molteplice. Tra l’altro, ospita una decina festival musicali, di rilievo internazionale e perlopiù caratterizzati dalla valorizzazione delle diverse tradizioni e dello scambio interculturale. E’ anche teatro perenne di spettacoli spontanei, grazie ai gruppi di giocolieri, saltimbanchi, musicisti che si esibiscono per strada.
A renderla ancor più singolare è la presenza di gabbiani e gatti, talmente numerosa da segnare nettamente il paesaggio urbano. I primi, che un tempo erano soliti nidificare nelle isole Porporine, sono ormai presenti ovunque: su terrazze e minareti, in certe piazze e, ovviamente, nel porto, sull’arenile, lungo l’intero litorale. Quanto ai gatti, essi gironzolano abitualmente fra i tavoli di caffè e ristoranti, all’aperto e all’interno; e dormono indisturbati sulla soglia o dentro le botteghe di quell’ininterrotto bazar che è la città entro le mura, comodamente acciambellati su tappeti, coperte, mobili di tuia e altri pregiati oggetti artigianali in vendita.
I gatti convivono non solo con i gabbiani, ma anche con cani “erranti”, sempre più numerosi nel corso del tempo. Anche loro, come i felini, sono oggetto di cura e offerta di cibo, soprattutto da parte degli abitanti più diseredati. Con la sua pluralità culturale e religiosa, la densa vita culturale, l’apertura verso gli altri, anche non umani, Essaouira è la smentita vivente e pulsante di due pregiudizi occidentali fra i più tenaci: quelli del fanatismo e dell’arretratezza, considerati tare intrinseche al mondo arabo-musulmano.