Acerbo (Prc): «E’ l’ennesima dimostrazione di quanto ancora il cognome Impastato sia ingombrante nella storia di questo Paese»
Un incendio doloso divampato la notte scorsa ha danneggiato la pizzeria di Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, l’attivista antimafia assassinato nel 1978. «Solo l’intervento di un passante ha evitato di mandare in fumo anni di lavoro, le conseguenze sarebbero state devastanti – dice Giovanni Impastato – per fortuna, l’intervento dei vigili del fuoco è stato tempestivo e il rogo non si è propagato alle bombole della birra, poteva verificarsi un’esplosione». I danni ammonterebbero a circa 10 mila euro. Si è bruciato parte del tetto e dell’impianto elettrico. In queste ultime settimane il locale è in fase di ristrutturazione per superare i rilievi emersi da un’indagine della polizia municipale di Carini dopo la presentazione di un esposto anonimo. «Abbiamo sempre pagato tutte le tasse al comune di Cinisi, che ci ha rilasciato la licenza – spiega il titolare -. Invece, sembra che il territorio sia di competenza di Carini. Adesso che stavamo riaprendo, arriva questo incendio, che ritengo un fatto inquietante». È il secondo episodio nel giro di otto anni: anche nel 2011 la pizzeria fu danneggiata da un incendio doloso.
«E’ l’ennesima dimostrazione di quanto ancora questo cognome sia ingombrante nella storia di questo Paese. Evidentemente La Casa Memoria e la stessa pizzeria che ha ospitato tanti incontri antimafia rappresentano dei presidi democratici che danno fastidio – commenta Maurizio Acerbo, segretario del Prc solidarizzando con Impastato – per Rifondazione Comunista ogni attacco fatto alla famiglia e alla memoria di Peppino rappresenta un attacco alla nostra storia e al nostro patrimonio politico e ideale. Alle istituzioni il compito di cercare i responsabili di tale atto».