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Xylella, il candidato alle primarie semina bufale e sradica ulivi

Xylella e Amati: propaganda e primarie. Ingannevoli e parziali informazioni su batterio e deroghe ai vincoli ambientali e paesaggistici

 

Terra D’Egnazia Onlus, Comitato per la salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio- Cosate- della Valle d’Itria, Popolo Degli Ulivi, Movimento per la Carta dei Diritti della Terra, Movimento No tap della Provincia di Brindisi denunciano il  «continuo attacco alla trasparenza ed al buon senso, da parte dei candidati politici al cospetto delle associazioni di categoria. Nei mesi scorsi, Il consiglio regionale pugliese ha emanato un protocollo d’intesa tra regione e ministeri (dei beni culturali del turismo e delle politiche agricole e forestali) e precedenti delibere e leggi regionali (1) con l’intento dichiarato , in relazione alla presenza di xylella , di “snellire le procedure” di espianto e reimpianto, nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Con la deroga ai vincoli ambientali e paesaggistici, salta la preventiva richiesta di competenza dei ministeri in materia di protezione conservazione e ripristino di beni protetti dalla nostra Costituzione. Si consente, anche nelle zone protette, lo sradicamento degli ulivi (persino monumentali) e dove previsto, di tutta le vegetazione presente nel raggio di cento metri dalla singola pianta positiva al batterio; l’irrorazione con pesticidi che minano il già precario equilibrio delle riserve naturali, la salubrità e la sostenibilità del territorio; il reimpianto di due sole cultivar di olivo, leccino ed fs17 (favolosa), la cui resistenza alla malattia non è stata accertata, che richiedono dispendio idrico in un territorio carsico a tendenza siccitosa e continui trattamenti fitosanitari. Aprendo al contempo, in maniera non chiara, alla “attività di impianto di qualsiasi essenza arborea”. Se è vero che sono circa 300 le piante ospiti del batterio, tra cui è presente anche il mandorlo, (oggi citato insieme al fico tra le specie da reimpiantare), appare lecito chiedersi se il reimpianto riguardi anche le specie non autoctone, brevettate, adatte soprattutto ad impianti intensivi e superintensivi, in aree dove il vincolo prevede invece che venga rispettata la conformazione del territorio.

Deroghe al vincolo di reimpianto che probabilmente vista anche l‘incertezza scientifica sulle possibili soluzioni a questo grave problema, sul ruolo del batterio nel disseccamento, sugli insetti vettori, la carenza di pubblicazioni validate e riconosciute sulla capacità del ceppo pugliese del batterio di provocare la malattia degli ulivi , i “falsi positivi” e la “sciatteria” ” (accertata dalla Procura di Lecce) con cui si è affrontato il problema ad oggi, hanno sollevato le obiezioni dei Ministeri dei Beni culturali e dall’Ambiente, in relazione all’art.26(2) della Legge regionale 30 novembre 2019, n. 52 . Del resto, è doveroso che i ministeri si esprimano quando vengono intaccati i principi che garantiscono la conservazione del bene collettivo, dal momento che la decadenza dei vincoli oltre a stravolgere un’area, apre le porte a possibili interessi privatistico-speculativi che spesso si configurano dietro le opere di “utilità pubblica”.

Il candidato per il Pd alle primarie Fabiano Amati senza argomentare con evidenze scientifiche le sue affermazioni, entra nel merito delle deroghe, di cui si fa promotore e, in un comunicato congiunto con il collega Pentassuglia, (3),afferma: «E’ chiaro che questa norma serve ad evitare la mutazione genetica del batterio (…) abbiamo ritenuto di garantire la biodiversità (…) attraverso la deroga all’obbligo di reimpianto delle stesse varietà olivicole (…) Un modo efficace, a detta pure del mondo scientifico, per porre riparo alla grave tragedia così da ricominciare a produrre e ricostituire il paesaggio andato distrutto”. Sentiamo il dovere di ricordare che stando a ciò che dimostrano le esperienze pregresse e le pubblicazioni scientifiche (ben note all’Efsa), il batterio una volta insediatosi all’aperto è ospitato da centinaia di specie vegetali e non può essere eradicato. Dunque, se anche si reimpiantassero le due cultivar di olivo o altre specie vegetali, il batterio, ormai presente, potrebbe comunque evolversi in relazione all’equilibrio dell’ambiente che lo ospita. Le possibili soluzioni, devono andare prima di tutto verso un ambiente sano e favorevole alla vita delle possibili piante ospiti autoctone che costituiscono la tipica e preziosissima biodiversità pugliese. Inoltre il ceppo del batterio presente in Puglia è già una mutazione genetica del batterio presente nel resto d’Europa, è diverso da quelli inseriti nelle liste di allerta ed è ancora molto incerto il suo ruolo nel disseccamento rapido dell’olivo. Parlare di mutazione del batterio in questi termini è allarmistico oltre che fuorviante. La biodiversità non si garantisce con il reimpianto di due sole specie olivicole o con altre specie di laboratorio o che non appartengono al territorio, adatte ad impianti comunque monovarietali che si prestano alla coltivazione intensiva /super intensiva e soggetti a continui trattamenti fitosanitari (in contrapposizione al concetto di biodiversità e alle pratiche a sua tutela ).

Il buon senso imporrebbe, prima di intraprendere qualsiasi azione drastica, che il ceppo pugliese di xylella e la malattia degli ulivi vengano studiati da tutta la comunità scientifica in totale apertura e trasparenza, vista la portata del problema. Dovrebbero essere intraprese strategie di convivenza con le malattie e gli eventuali agenti patogeni coinvolti, così come consigliato da diversi ricercatori, aprendo al reimpianto delle specie ospiti autoctone , in modo da preservare ambiente economia e paesaggio. Viene da chiedersi, vista la richiesta di revoca delle regolamentazioni delle aree sottoposte a tutela, se le estirpazioni effettuate fino ad oggi, abbiano tenuto conto dei vincoli presenti e se siano state compiute in un regime di legalità. Per questo, quando si definisce “efficace” lo sradicamento degli ulivi locali in funzione del reimpianto delle varietà consentite, promettendo la ricostruzione paesaggistica ed economica, come se la malattia potesse sparire di colpo ed il batterio, a prescindere dal ruolo ricoperto, arrestare la sua naturale evoluzione, si sta cercando di incantare con la propaganda politica, fatta sulla pelle e sul futuro di tutti.

 

1 “DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 11 novembre 2019, n. 2052,” http://www.regione.puglia.it/documents/10192/46474732/DEL_2052_2019.pdf/a8f84842-cd6d-4faa-b011- 4ccc8e62a5ea;jsessionid=39E4E1E3BF7CE0BD70E158DDC83210BA , “DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 21 dicembre 2018, n. 2464” http://www.regione.puglia.it/documents/10192/38974952/DEL_2464_2018.pdf/16108875-918e-4861-8089- bb5a9412bef3;jsessionid=8153A91A2C8AC23A9C8AD463785D9B52 2 legge regionale 30 novembre 2019 n.52 art 26 “Disposizione per la ricostituzione dell’attività agricola nelle aree colpite da xylella” http://www.regione.puglia.it/documents/10192/47056445/LR_52_2019.pdf/0950d75b-5fbf-4692-b568-db5c995605f6 ) 3https://www.fabianoamati.it/xylella-amati-e-pentassuglia-chiediamo-ai-ministri-competenti-di-guardare-bene-la-norma-regionale-su-reimpianti/

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