Tg1 alla sbarra, vice direttori e volti video gratificati da straordinari mai fatti dovranno restituire molti soldi.
Il ‘soprassoldo’ per festivi e notturni mai fatti che a un certo livello di stipendio erano soldi. Lo scandalo era esploso lo scorso anno con un’inchiesta della procura di Roma di cui si persero le tracce. Ma è la Corte dei Conti a colpire: chi ha preso illegalmente restituisca il maltolto.
di Ennio Remondino
Tempi davvero grami per la Rai. Mentre i sindacati di tutte le categorie provano a sensibilizzare una opinione pubblica non particolarmente ben disposta con un contestatissimo sciopero, il premier Renzi attacca la protesta e quanto rimane del ‘Partito Rai’. Ma è dalla Corte dei Conti che arriva la tegola peggiore, meno sostanziosa in soldi, ma più dolorosa per la credibilità dei giornalisti che protestano. Una parte di loro, una trentina quelli presi con la mani nel sacco, marcavano straordinari festivi o notturni standosene tranquillamente a casa. Tra loro molti bei nomi, soprattutto del Tg1.
I fatti per quanto risulta a RemoContro. La Corte dei Conti ha ricordato ad una Rai distratta che -nell’attesa della valutazione penale da parte della pensosa Procura di Roma- i soldi, percepiti illegittimamente da giornalisti noti ma ignoti, andavano restituiti ed era l’Azienda a doversi fare parte attiva nei confronti dei dipendenti infedeli. Storia meschina e dolorosa esplosa un anno fa. Titolo del marzo 2013 di un quotidiano nazionale: «Al Tg1 stipendi gonfiati». Erano straordinari o festivi segnati da alcuni/molti (?), pagati dall’Azienda ma in realtà mai fatti. Auto gratifica truffaldina.
Dalla cronaca di allora: “Materia rovente: ipotetiche irregolarità sulla concessione delle indennità notturne, festive e di orario straordinario a un gruppo di redattori da parte di non meglio identificati vertici del Tg1, con ogni probabilità capi redattori o vicedirettori. In sostanza, redattori e gli stessi vertici del principale tg della Rai avrebbero ricevuto pagamenti per turni notturni, per giornate festive o per orari straordinari mai veramente svolti”. Un anno fa il procuratore capo a Roma aveva affidato il caso al procuratore aggiunto Francesco Caporale, ma da allora, è stato il silenzio.
Non s’è distratta invece la Corte dei Conti che ha un suo uomo all’interno dello stesso Consiglio di amministrazione Rai. L’azienda si faccia restituire i soldi non dovuti da chi li intascati. Tutto accadde al Tg1 ereditato da Augusto Minzolini. In Rai si sussurra fosse una prassi di “gratifiche” concesse o di “autodichiarazioni” avallate per premio o per clientela. Storia meschina visto che coinvolgerebbe anche livelli di alta responsabilità -e di alte retribuzioni- ai vertici giornalistici. Il sindacato giornalisti Rai disse allora «Chi sbaglia paghi» assieme al timore di una «macchina del fango».
La tempistica del provvedimento della Corte dei Conti non poteva essere peggiore. Accade nel pieno della polemica dei sindacati Rai col governo e col premier Renzi che al festival dell’economia a Trento, chiamato in causa sull’argomento Rai, picchia veramente duro. «Vogliono fare sciopero? Lo facciano.. poi andiamo a vedere quanto costano le sedi regionali. È umiliante questa polemica sullo sciopero, quando nel Paese reale tutte le famiglie tirano la cinghia. Una polemica incredibile. Se avessero annunciato lo sciopero prima delle elezioni, invece del 40,8% avrei preso il 42,8%».
Ora la procedura amministrativa piena di insidie. Se si arriva alla sottrazione di quanto percepito con dichiarazioni non veritiere, che sanzioni disciplinari interne applicare? Possono ancora godere della fiducia aziendale eventuali dirigenti coinvolti? Quanto accaduto era una esclusiva del Tg1 o era prassi diffusa in tutta l’azienda? E se mai fosse, perché allora fu colpito il Tg1 e solo quella testata? Quali accertamenti dovuti da parte delle ‘Risorse umane’ e della Direzione generale? Aria di tempesta sul cielo di viale Mazzini con molte belle e note facce a rischio di credibilità e di ruolo.
Tratto da Remocontro.it il blog di Ennio Remondino.