L’allarme di Telefono Viola: troppo lento il processo per il maltrattamento di 23 persone disabili alla Stella Maris di Pisa
C’è chi lo ha definito “il più grande processo per maltrattamenti su disabili in Italia”. Ma è un processo così lento «il pericolo di pregiudicare l’andamento delle udienze è serio», denuncia Anna Grazia Stammati, presidente di Telefono Viola, storica associazione contro gli abusi e le violenze psichiatriche che figura tra le numerose parti civili del processo contro 17 imputati accusati di aver maltrattato 23 pazienti affetti da autismo e altre gravi neuropatie in una struttura della Fondazione Stella Maris, a Fauglia, in provincia di Pisa, “struttura ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza”, si legge sul sito.
Condannato in primo grado Roberto Cutajar, il direttore generale, a 2 anni e 8 mesi con rito abbreviato: secondo il giudice sapeva della “abituale reiterazione di condotte vessatorie” sugli ospiti. Ma è ancora al suo posto alla guida di una fondazione nota a livello internazionale nel campo della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Un polo d’eccellenza per la ricerca, la diagnosi e la cura che riceve 17 milioni di euro all’anno dal sistema sanitario e di questi 2,8 milioni sono destinati alla struttura finita nell’inchiesta. Senza spiegarlo, la Regione Toscana ha scelto di non costituirsi come parte civile. Tra gli altri imputati Giuseppe Di Vito (per omessa vigilanza e assunzione di personale non adeguatamente formato) e 15 tra operatori sanitari e i responsabili della struttura di Montalto di Fauglia.
Ma sono trascorsi già cinque anni dall’inizio del processo. Il grande numero degli imputati, infatti, unito alla lentezza del processo dovuta in parte anche alle problematiche COVID, starebbe rallentando, anche ora che si è tornati alla normalità di udienze in presenza, i tempi della calendarizzazione degli incontri (la prossima udienza è prevista per il 18 ottobre, le successive a novembre e a dicembre).
Tutto è partito dalla denuncia dei genitori di alcuni giovani ospiti della STELLA MARIS che ha fatto mettere la struttura sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa, avendo prove evidenti (segnalate anche da alcune lettere anonime di dipendenti che denunciavano abusi e insabbiamenti di prove), configurò l’ipotesi di reato per maltrattamenti (tra gli ospiti della struttura, ricordiamo Mattia, morto successivamente, per soffocamento, in seguito al blocco della glottide causato dall’abuso di farmaci).
I genitori e i tutori ascoltati due giorni fa hanno riportato le violenze subite dai propri figli e documentate dalle videoregistrazioni (208 episodi di violenza in meno di quattro mesi) ma, nonostante l’impegno del magistrato Susanna Messina, riconosciuto anche dalle parti civili, questioni amministrative rischiano di pregiudicare i tempi del processo.
«Per questi motivi – continua Stammati a nome di Telefono Viola – e per onorare tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale, non in grado di difendersi da sole, chiediamo un intervento immediato affinché sia previsto un numero di udienze, maggiore e più ravvicinato, per procedere in modo spedito e rendere giustizia a chi ha subito e subisce violenze e abusi».