Sempre più si parla di “consumo responsabile”, ma cosa comporta nella nostra quotidianità?
di Mirna Cortese
Partiamo dal fatto che andare a fare la spesa è una delle nostre attività quotidiane. Il più delle volte però non è tanto la necessità quanto il piacere di consumare. Così che il nostro modo di consumare diventa sinonimo di “esaurimento”, dato che nella maggior parte dei casi non si tiene nella giusta considerazione la ripercussione che il nostro modo di consumare ha sull’ambiente. Le nostre modalità di approvvigionamento di beni e servizi, sia nella produzione che nel consumo insostenibile, sono in gran misura le cause dell’ “esaurimento” del pianeta. E allora nasce la necessità di un consumo responsabile. Ma che cos’è e che comporta?
Capire il consumo responsabile
Nella decisione di fare un acquisto possono influire molti fattori che hanno a che vedere con i valori di ogni consumatore. Molti danno la priorità al prezzo, altri alla qualità.
Consumare responsabilmente significa, nell’atto dell’acquisto di un prodotto, dare valore e priorità all’impatto ambientale e sociale, ma anche al comportamento delle imprese che quel prodotto producono.
Il consumo responsabile è conosciuto anche come consumo critico e sottintende il consumare solo ciò che è necessario. Altri fattori da prendere in considerazione nell’analizzare questo concetto, è l’impatto della pubblicità sulla mente delle persone, che porta a bisogni indotti e superflui.
Detto questo, è una priorità dei nostri giorni modificare le nostre abitudini rispetto al consumo perché, alla fine di ogni giorno, siamo in parte responsabili dell’impatto, sia ambientale che sociale, provocato da ciò che scegliamo di acquistare.
Secondo la Dichiarazione ufficiale delle Nazioni Unite, in occasione del Summit della Terra del 2002, “le cause principali del continuo deterioramento dell’ambiente globale sono i modelli insostenibili di consumo e produzione, sopratutto nei paesi industrializzati”. In questo senso le Nazioni Unite chiedono di rivedere tali modelli insostenibili per promuovere un consumo responsabile.
I danni sociali e ambientali dello spreco
Un tasto dolente delle nostre modalità di consumo pigia sullo spreco di alimenti. Secondo l’ultima inchiesta del Food Sunstainability Index (2017), nel mondo ogni anno si sprecano 750 miliardi di euro di cibo, due volte il Pil italiano. 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che finiscono in pattumiera e poi nelle discariche prima di arrivare sulle nostre tavole.
Ci sono due aspetti da considerare di fronte a questa tragica realtà. Il primo è che un quarto di quel cibo potrebbe sfamare i quasi 900 milioni di persone che a livello mondiale soffrono la fame; il secondo è che oltre ad essere un problema socio-economico, lo spreco di cibo rappresenta anche un problema ambientale se si considera che il gas metano prodotto dagli alimenti finiti in discarica è molto più dannoso dell’anidride carbonica, aumentando così le emissioni di gas serra responsabili delle mutazioni climatiche.
Un trucco per evitare di buttare soldi e cibo nella spazzatura è pianificare gli acquisti, evitare per esempio di comprare grandi quantità di un prodotto a prezzo scontato perché vicino la data di scadenza. All’impatto può sembrare un risparmio nella realtà potrebbe non rivelarsi tale.
Criteri per un consumo responsabile
- Il requisito fondamentale è la riduzione del consumo di prodotti a grande impatto ambientale e ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali di cui disponiamo.
- Quando modifichiamo le nostri abitudini e consumiamo in forma responsabile, stiamo dando priorità a quei prodotti sul mercato che danno valore alla giustizia sociale, all’etica e alla sostenibilità.
- I consumatori hanno molto più potere di quanto si pensi perché possono esercitare la loro pressione anche attraverso la loro capacità di acquisto. Ovvero, può scegliere i prodotti più etici e rifiutare quelli che non rispettano l’ambiente.
- Alcune domande che possiamo farci prima di acquistare un prodotto sono:- ho bisogno davvero del prodotto che sto per comprare?- sto soddisfacendo una necessità o un bisogno indotto?- sto scegliendo liberamente oppure è il prodotto di una necessità creata dalla pubblicità?- quanti prodotti simili già posseggo?- quando lo userò?- quanto mi durerà?
– ho cercato informazioni sul prodotto per trovarne di migliori e che costi meno?
– Ho già qualche prodotto che possa coprire questa necessità?
- Pensare quale tipo di commercio si vuole favorire. Consumare prodotti locali, prodotti ecologici o del commercio equo, prodotti naturale e riciclati: sono l’opzione migliore per favorire l’ambiente.
- Ricordare che chiedere informazioni sul prodotto da acquistare è un diritto