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HomecultureApologia palestinese, una storia rovesciata

Apologia palestinese, una storia rovesciata

Un tentativo poetico di smontare l’asimmetria di un’informazione occidentale tutta a favore del “diritto di difesa” degli occupanti [Egale Cerroni*]

Il giorno 18 Ottobre scorso, ho avuto il piacere di essere invitato negli studi di Al Araby TV per dare voce a un breve componimento da me scritto e postato nei giorni scorsi e, successivamente, letto da alcuni operatori del Canale 2 che mi hanno contattato. Dopo una breve intervista ho letto il mio scritto in italiano tradotto con sottotitoli. “Apologia Palestinese”, questo è il titolo, è una storia rovesciata in cui un prigioniero palestinese chiede scusa al suo nemico e, per giunta, gli fornisce consigli di vita. È pensato per immagini e, credo, si possa ritenere una scrittura surreale e ironica.

L’intenzione, che credo sia chiaramente espressa nel testo, si realizza tutta nell’espressione di un forte dolore per la mancanza delle condizioni per i soccorsi umanitari e, di conseguenza, per iniziare a intraprendere un serio percorso di pace. Personalmente ritengo che una pace possibile sia l’elemento meno visibile e meno forte in questo momento drammatico e, se lo è, credo che sia assolutamente dovuto al forte sbilanciamento dell’informazione occidentale a favore del “diritto di difesa” degli occupanti.

Questo è il paradosso moderno tra i più incredibili di tutti i tempi! Nessuna pace sarà possibile se non cessando immediatamente il fuoco, l’occupazione, i soprusi, le vessazioni e le violenze subite dai palestinesi nei decenni. Mi “fa strano” pensare che lì, in una “democrazia”, ci sia qualcuno che possa chiudere i rubinetti dell’acqua e interrompere l’elettricità a piacimento e a danno di un popolo di due milioni di persone. Il paradosso moderno include inoltre che quei territori si chiamino “Territori Occupati”, normalmente, come se si dicesse “prati farfallosi”, come se questa dicitura fosse il nome naturale di un fanta-stato pur riconosciuto più volte dalle NU e tuttavia mai accettato come tale.

Tutto questo a me risulta tanto orribile quanto molto naturale e semplice da indicare, da denunciare e sostenere aggiungendo la mia piccola voce al vastissimo “coro oscurato” in tutto il mondo. Per costruire la Pace, quello stato dovrà chiamarsi Palestina ed essere finalmente riconosciuto, politicamente e geograficamente. La Palestina deve essere libera.

BUONGIORNO FRATELLO/APOLOGIA PALESTINESE

“E tutto Fratello!”

Buongiorno Fratello,

Lo dico anche al sole

Per l’ultima volta

O… come Dio vuole!

Inshallah Fratello!

Tu sembri il più forte,

Così come ascritto

Da te, nello specchio,

Per leso diritto.

Per questo mi scuso,

perdona fratello!

Io no, non volevo

rubarti la terra,

Fai bene a picchiarmi

E a farmi la guerra.

Lo dicono tutti!

Non posso mentirmi …

Buongiorno Fratello,

Io questo ti dico

E poi resto zitto,

Mi scuso s’è poco.

Non sei come me

Che con queste catene

Disturbo il silenzio

Che pur ti appartiene …

M’hai dato quell’osso

Ch’hai tolto al tuo cane …

Ma no! Cosa dici?

Nè acqua nè pane!

Mi basta Fratello,

Sto bene così!

Io vivo di auspici

Fino al venerdì…

E … poi mi raccolgo

Per sfuggire al male,

Dismetto l’umano

E … divento animale.

Buongiorno Fratello,

Ti sembrerà strano

Se allungo la zampa

E non la mia mano

Che punto laggiù

Che fù casa mia!

Dov’è quel recinto

Lì c’era una via!

Ci andavo a giocare

Con i miei Fratelli…

Sparita la via!

Spariti anche quelli!

E adesso che semini

Tu in quella terra,

Fra i rivoli d’acqua

E i frutti di serra,

Io scorgo altro seme

Cadere lontano,

Che pianti fratello?

Non sembra il buon grano!

Finisco Fratello,

Non voglio annoiare,

Non resta più niente

Più niente da fare

Se non aspettar

Che ricresca l’ulivo

Tagliato dall’ascia

E da un colpo furtivo …

Ché l’ascia gli disse,

Giocando d’ingegno,

“Tranquillo Fratello

Ho il manico in legno!”

E l’altro, ammaliato

Dal brio della pace,

Lui cadde tranciato

Dal ferro rapace!

Lo aspetto Fratello

Ché la traditrice

Recise sì il tronco

Ma non la radice!

Ci metterà tempo

Ma il frutto abbondante

Quel corpo minuto

Lo assurge a gigante …

… Ma proprio per questo …

Per questo, consenti,

Ti lascio un consiglio,

Permettimi, prego!

Come se fossi un figlio.

Vai! Corri! Fai presto!

E dillo al Datore:

Chi semina l’odio

Raccoglierà orrore!

E lì, che una volta

Ci fu casa mia,

Tra i muri d’argilla

Ci vivrà Golia!

È tutto, Fratello…

Doha 10 Ottobre 2023

* Egale Cerroni, regista e autore. Dal ’93 lavora a contatto con la comunità araba, ha operato nei media, nel teatro e nella direzione di eventi culturali. Ha firmato, tra altro, libretti d’opera come “Romanza – una favola romana”, “De profundis – secretum Theophili”, musica di Sergio Rendine per commissioni del Teatro dell’Opera di Roma. Vive in Qatar del 2009.

 

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