Se il premio Nobel per la pace può essere consegnato a Obama, perché non consegnarlo alla Forze di difesa israeliane?
di Robert Fisk
Uno dei consiglieri più fidati di Netanyahu pensa che Israele dovrebbe essere premiato per la sua “inimmaginabile moderazione”. Ora io so che le Forze di Difesa israeliane sono famose, nei canti e leggende, per essere umanitarie, coraggiose, altruiste, contenute, disposte a dare la propria vita per gli innocenti tra i loro nemici, ecc, ecc.
Exodus di Leon Uris – il romanzo razzista che racconta la nascita i Israele in cui gli arabi raramente sono menzioni se con con appellativi di “sporchi” e “puzzolenti” – è stato uno dei migliori prodotti del Social-Sionismo che Israele potesse mai chiedere. Lo stesso Ben Gurion ne convenne, sostenendo che “è stata la cosa più grande mai scritta su Israele”, sebbene evitò correttamente qualsiasi riferimento a qualità letterarie che quell’assurdità avrebbe potuto avere.
Ma quando l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti ci ha detto (dopo quasi 2.000 palestinesi uccisi, la maggior parte civili), che l’esercito israeliano meritava il Premio Nobel per la Pace per la sua “inimmaginabile moderazione” nella guerra contro Gaza, ho dovuto dare uno sguardo al calendario. Forse era il 1° aprile? Una specie di scherzo gigantesco così osceno, così grottescamente inadeguato che poteva contenere un significato intrinseco, un nucleo di verità che mi sfuggiva?
Il Premio Nobel per “inimmaginabile moderazione”, secondo Ron Dermer, avrebbe dovuto essere consegnato solennemente ad un esercito che gran parte del mondo crede colpevole di crimini di guerra. Ora, naturalmente, Ron stava intervenendo a Washington in un vertice dei Cristiani Uniti per Israele, e il suo pubblico, nonostante una minoranza disapprovasse, era abbastanza ricettivo. Dopo tutto, i fondamentalisti cristiani negli Stati Uniti credono che tutti gli ebrei, dopo la battaglia di Armageddon, dovrebbero convertirsi al cristianesimo in modo da poter certamente meritare un premio Nobel, o anche due, per la “inimmaginabile” moderazione dell’esercito israeliano.
Stranamente mi mette più a disagio la parola “inimmaginabile” – per l’amore del cielo, cosa significa? -, che la parola “moderazione”, quella che l’Occidente chiede sempre a Israele mentre rade al suolo villaggi e città (insieme agli occupanti), nelle sue varie guerre di civiltà.
Eppoi, se il premio Nobel per la pace può essere assegnato a Obama – presumibilmente per pubblica oratoria – perché la stessa sventura non può spettare alle Forze di difesa israeliane dopo una sanguinosa guerra?
Ora, parlando sul serio, Ron Dermer, uno dei più fidati consiglieri di Benjamin Netanyahu, sta semplicemente delirando? Ad un certo punto del suo straordinario discorso, ha fatto anche riferimento al bombardamento a tappeto della Raf sulle città tedesche nella Seconda guerra mondiale – come se quello fosse un modello di “moderazione” israeliana; come il vecchio ritornello di Blair che qualsiasi errore abbiamo commesso in Iraq non sarà mai peggio di quanto fatto da Saddam.
Ed è disperante perché poi Dermer ha continuato: “ Soprattutto non tollero critiche al mio paese mentre soldati israeliani stanno morendo affinché i palestinesi possano vivere”. Quei soldati, secondo Dermer, erano stati spediti “nel nido di vespe del terrore palestinese” per cercare di salvare la vita di palestinesi innocenti.
E’ un uomo che delira? Beh, non salterei a conclusioni troppo affrettate. Al culmine dei raid israeliani su Gaza, circa due settimane fa, l’ambasciata israeliana a Dublino postò un Twitter con l’immagine della statua di Molly Malone coperta dal niqab, il lungo velo nero musulmano! (scusate il punto esclamativo) – ma questo è razzismo o una monumentale forma di infantilismo. Sopra l’immagine – la statua di Malone si trova fuori della mia vecchia università, il Trinity College di Dublino -, la scritta in maiuscolo “Israele ora, Dublino poi”.
Nel caso in cui pensaste che questo fosse solo per i consumatori irlandesi… per i francesi è circolata l’immagine della Gioconda in hijab con in braccio un missile, per l’Italia gli israeliani hanno utilizzato l’immagine del David di Michelangelo con una gonna fatta di esplosivi, e per i danesi una foto della Sirenetta con una grande pistola. Su ogni immagine la stessa scritta: “Israele ultima frontiera del mondo libero”.
Questo sicuramente va oltre il delirante. Questa è follia. Una settimana prima, l’ambasciata israeliana a Dublino, aveva twittato una foto di Hitler con la scritta “Palestina libera subito”.
Questi ingiuriosi tweet sono stati cancellati, ma non prima che l’ambasciatore israeliano in Irlanda, Boaz Modai, pronunciasse l’imperitura frase: “ora siamo nel bel mezzo di una guerra e ho altre cose da affrontare”.
Lo avreste mai pensato? Ma, ahimé, Modai, che è stato diplomatico a Londra e presso la Santa Sede, circa due anni fa era ambasciatore a Dublino. Durante le feste di Natale caricò sulla pagina Facebook dell’ambasciata una immagine di Maria e Gesù con il commento: “Un pensiero per Natale… se Gesù e la madre Maria fossero ancora vivi, vivrebbero, come gli ebrei, nell’insicurezza e, probabilmente, a Betlemme sarebbero linciati da palestinesi ostili. Solo un pensiero…”.
Tra i commenti di condanna all’oltraggioso messaggio di Modai ce ne era uno: “Non hai alcun riguardo per l’onestà. Se Gesù e Maria fossero vivi oggi, starebbero protestando contro l’occupazione israeliana della Palestina, insieme a tutti i cristiani palestinesi che vivono a Betlemme”.
L’ambasciata ha successivamente cancellato il post su Facebook, spiegando che era stato inserito “senza il consenso dell’amministratore della pagina”, aggiungendo allegramente : “Scuse a tutti coloro che possono essersi risentiti. Buon Natale!”
Conosco personalmente alcuni diplomatici israeliani, uno dei quali è un anziano ambasciatore in pensione la cui famiglia si è impegnata in difesa dei diritti dei palestinesi, che devono sentirti profondamente costernati da queste buffonate. Ma sono davvero deliranti questi ambasciatori? A conti fatti non credo. Anzi sospetto che essi rappresentino con precisione un governo veramente delirante, come quello del vergognoso Stato di Israele.
Nel frattempo, in Canada, il primo ministro Stephen Harper, più filo-israeliano di Netanyahu, sembra, ha annunciato al suo popolo che il Canada avrebbe reagito ad un “terrorista” proprio nello stesso modo di Israele.
Dopo che gli Stati uniti hanno condannato Israele per il bombardamento di una scuola dell’Onu dov’erano rifugiati 3000 palestinesi, il mio vecchio amico Haroon Siddique, scrisse sul Toronto Star (quotidiano a più alta diffusione del Canada, ndt) “Senza pietà”, mentre Harper annunciava: “Riteniamo responsabile di tutto questo l’organizzazione terrorista Hamas. Hanno iniziato questo conflitto per arrivare alla la distruzione di Israele”.
Tale frase potrebbe provenire dal vecchio libro in brossura di Leon Uris. Forse l’ha detto perché anche i Liberal canadesi sotto il figlio di Pierre Trudeau, Justin, sono pateticamente in fila dietro i conservatori di Harper. Ma dato la percentuale di vittime solo del mese scorso – 1 israeliano per ogni 28 palestinesi – suppongo che sia solo una questione di tempo prima che qualcuno consigli di conferire al lanciatore di razzi e corrotto Hamas il Nobel per la pace, per la sua “inimmaginabile moderazione”.
Fonte: The Indipendent, 10/08/2014 – Traduzione di Marina Zenobio