Arriva al cinema il film-documentario su Pinuccio Lovero, il becchino di Bitonto candidato alle elezioni. Su Popoff la recensione.
C’era una volta un becchino… No. C’era una volta un “custode a livello cimiteriale”. Si chiamava Pinuccio Lovero. Dopo aver realizzato il suo sogno, quello di fare appunto il becch… ehm, il custode, si era reso conto che mancava qualcosa nella sua vita. Una moglie e un figlio, certo, ma anche la fama. E in tempi oscuri, si sa, la fama corre sul filo della politica. Così pensò bene di candidarsi alle elezioni amministrative di Bitonto. Serviva uno slogan, o meglio “un logan” per essere degnamente incandidato.
«Pinuccio scende in campo!».
«Per poter riposare bene!».
«Io nel cimitero, ti aspetto».
«Pensa al tuo domani!». Eccolo, quello giusto. Perché Pinuccio può essere il nuovo Obama di Bitonto. Yes, he can!
Pippo Mezzapesa torna a dirigere il becchino più famoso d’Italia (dopo Sogno di una morte di mezza estate) per mostrare uno spaccato, quello della provincia politichese italiana. Una provincia che (chi ci è cresciuto lo sa bene) conta i voti delle famiglie, propone scambi porta a porta, affigge cartelloni dove non dovrebbe, presenta improbabili personaggi che pure diventano i rappresentanti della comunità. E uno continua a chiedersi come sia potuto accadere. È uno spaccato, dunque, che riflette un intero Paese.
E lo fa con sguardo incantato, incazzato, ironico, affettuoso, reale. Perché non si può che provare sentimenti contrastanti di fronte a Pinuccio, ingenuo per natura, sognatore indotto, grottesco in maniera inconsapevole. È poesia che si scontra con la società della famosità, quella più tremenda, che predilige la strada del successo sporco a quella del successo meritato. Questa è l’Italia, d’altronde, e cogliere in flagrante il piccolo uomo di un paese che nessuno conosce, pone quesiti interessanti.
È questo che siamo? Interroghiamoci.
«Sono Pinuccio Lovero. Il mio è un programma a livello cimiteriale. Mi sono candidato nella lista Sel, Sinistra e libertà, per ottenere i diritti dei defunti quando arrivano». Pinuccio non ci crede alla sfortuna e sa che, prima o poi, girerà un film accanto a Checco Zalone. Perché lui è suo fratello, solo più bello. Soprattutto di profilo. «Quando arriverà il giorno che devi morire… morirai!».
E allora che c’è di più mediaticamente efficace di un carro funebre che fa propaganda elettorale? «Perché tu possa riposare in pace più oculi, più pulizia nel cimitero, vota Pinuccio Lovero!». Dopo aver riportato “la morte a Venezia”, dunque, Pinuccio si impegna a riportare i morti alla politica. «Questa sarà pure la foto di un becchino ma le loro foto le hai viste? Che sono più morti dei morti miei? Io ho la terza media serale ma mi sono candidato perché quelli che stanno là sono più ignoranti di me».
Guardare questo film vuol dire rendersi conto di cos’è veramente la politica oggi in Italia. Mezzapesa, forse, non se n’è accorto ma ha celebrato il funerale della politica (c’è chi dice no, ma non sono d’accordo). Un funerale che si tiene ad ogni propaganda elettorale. E non sempre c’è Pinuccio.
E la metafora funebre trova il suo apice (e il suo compimento) su quella gradinata, con un Vendola in carne ed ossa. Se fosse stato Zalone avrebbe perso (l’amara) comicità. Per uno che fa il becch… uff, il custode cimiteriale, può esserci sempre una qualche consolazione. O vittoria, perché no. A differenza dei nostri politici. E certi teatrini da spot (la Meloni che mangia ostriche e la Boschi che mangia la focaccia/schiaccia -Sciamaninne!), che nell’attuale campagna elettorale rimbalzano come se fossero palle da basket (bucate), lo dimostrano. «Quanti voti avrai raccolto nell’aldilà? Può darsi che ti hanno già eletto».
Bakunin diceva che «la fantasia distruggerà il potere».
Io aggiungo che Pinuccio (il becchino) li seppellirà.