Un codice malevolo di un plug-in ci ha fatto tremare. Forse un hacker, forse un banale incidente. Ma ci ha fatto pensare a chi può essere irritato dai nostri articoli. E continuerà ad esserlo!
Per alcuni giorni i lettori di Popoff hanno vissuto un brivido aprendo il nostro sito: un avviso di Google li informava che avrebbero potuto ricevere dei danni al loro computer se si fossero azzardati a navigare tra i nostri articoli. Probabilmente si è trattato di un codice malevolo dentro la stringa di un plug-in o in un suo aggiornamento. Naturalmente era puro terrorismo, generato in automatico dal pilota del motore di ricerca: i computer di tutti stanno bene ma la lettura dei nostri articoli veniva resa più difficile e forse qualcuno – per prudenza – ha evitato di fare un giretto tra le notizie del sito “internazionale senza filtro”. E, forse, era proprio quello l’obiettivo di chi potrebbe aver seminato il malware.
In fondo quella del malware è una delle narrazioni tossiche più frequenti. Un epidemia che, al di là di noi, imperversa sul web così come Ebola fa strage in Africa nell’indifferenza agostana dei più. Bene, quella roba su Popoff non c’è più grazie al lavoro dei tecnici che stanno cercando di capire sei sia trattato davvero di un attacco hacker o di un banale incidente tecnico.
Certo è che tutta la faccenda è capitata in mezzo a cavallo di ferragosto, periodo prediletto da chi lancia un attacco informatico visto che è più difficile scovare un tecnico e allontanarlo dalla riva del mare. E nelle lunghissime ore in cui quell’avviso ha preso a campeggiare sempre più spesso sulla nostra homepage, il brivido l’abbiamo provato anche noi. Siamo un’imbarcazione fragile sulle onde del web ma tutto ciò non ci ha impedito di elaborare piani B e nuovi progetti.
E abbiamo pensato spesso a chi potrebbe essere così irritato dai nostri articoli da desiderare di sabotarli. Forse quei lettori filo israeliani che si eccitano con l’odore del fosforo bianco scagliato sulla popolazione civile di Gaze? O saranno mica certi renziani che ci accusano di essere “grillini del cazzo”? E perché no quei grillini che sono sicuri che ci paga De Benedetti, il potentissimo padrone di Repubblica e anche della centrale a carbone che sta facendo strage a Savona (così ipotizza la magistratura)? Per alcuni lettori ucraini il nostro nome suona così russo da persuaderli che siamo sul libro paga di Putin ma c’è perfino un lettore (speriamo ex), “communista così” per citare Mario Brega, che ci accusa di essere la sinistra della Nato.
Che non ci amino nemmeno i fascisti, i militaristi, i maschi violenti, difensori della malapolizia, e un certo reparto dei servizi segreti (quello che ha fatto pedinare uno dei nostri redattori) è piuttosto facile da intuire.
Ma stamattina ci preme dirvi soprattuto che Popoff sta in salute, che ha sviluppato anticorpi e ha tanta voglia di crescere per raccontare il mondo con gli occhi delle vittime della guerra e del liberismo e di chi prova a non credere che questo sia l’unico mondo possibile. Malgrado il malware, domenica scorsa abbiamo registrato un nostro piccolo record di accessi. Grazie alle centinaia di lettori che ci hanno avvisato, che si sono preoccupati ma che hanno continuato a leggerci.