La propagazione del virus dell’ebola sta provocando una serie di perturbazioni sia in campo economico che industriale. Le case farmaceutiche maggior beneficiarie dalla malattia che continua a mietere vittime in Africa.
di Mirna Cortese
Borse in calo negli Usa a causa dei timori provocati dalla notizia sul primo caso confermato di virus Ebola nel paese, riporta la rivista Forbes. Le compagnie aeree British Airways, Air Emirates, Air France, Asky Airlines e Arik Air hanno introdotto restrizioni in entrata e in uscita dei voli nei paesi con maggior casi confermati di ebola; una misura che sta penalizzando i loro mercati azionari.
Numerose imprese stanno riducendo le attività in Africa, in particolare la company Usa ExxonMobil ha rinviato i suoi programmi di perforazioni a largo della Libera, mente la company China Union e il colosso mondiale dell’acciaio Arcelor Mittal hanno sospeso l’estrazione di ferro in Liberia e Sierra Leone.
Ma c’è chi ha molto da guadare dal propagarsi dell’infezione, come le case farmaceutiche. Le azioni della canadese Tekmira Pharmaceuticals sono saltate al 27,7% dopo aver annunciato, il 1 ottobre, di lavorare ad un vaccino speciale destinato a neutralizzare il virus dell’ebola.
Anche altre casa farmaceutiche hanno registrato un aumento del valore delle proprie azioni, tra queste le nordamericane BioCryst Pharmaceuticals (aumento dell’11%) e NewLink Genetics (aumento del 13%) e la britannica Sarepta Therapeutics (aumento del 7%). Ma anche grandi multinazionali del farmaco, come la GraxoSmithKline si è unita alla corsa per la ricerca di un vaccino e oggi una sua azione, aumentata dell’1,1%, vale 46,49 dollari.
The Economist riporta che anche altre aziende in rete stanno registrando un certo miglioramento degli affari in Nigeria, come le vendite on-line della Jumia, perché la gente ha paura del contagio e chi se lo può permettere evita i mercati e i magazzini affollati.
Il prezzo delle azioni della newyorkese Lakeland Industries, che produce guanti e tute di protezione, sono aumentate del 30% dall’inizio dell’ultima esplosione di ebola in Africa Occidentale.
L’impresa malese di guanti di gomma Top Glove ha registrato un aumento consistente della domanda dei suoi prodotti, e le sue azioni sono aumentate del 10% in soli due mesi.
La crisi dell’ebola sta portando anche a speculazioni commerciali, come il repentino aumento del prezzo del cacao. Secondo The Wall Street Journal, il Costa d’Avorio, che confina con Liberia e Guinea, è il primo produttore mondiale di cacao, utilizzato dalle industria del cioccolato, Nestlè in testa. La possibile entrata del virus nel paese potrebbe provocare il collasso nella produzione e intanto il prodotto è aumentato del 10%, solo per il timore di una possibile esposizione al contagio.