Il presidente della Toscana solidarizza ma non sarà parte civile nel processo in Francia per la morte in carcere di Franceschi. «Grazie ma una letterina non basta»
di Checchino Antonini
«Ora più che mai avrei bisogno di un aiuto concreto da parte dello Stato, in un momento così delicato, in prossimità della sentenza che verrà presentata il 29 ottobre, non potrà biasimarmi se le dico che non mi può bastare una lettera, se pur scritta con le più buone intenzioni, dopo tutti questi anni di silenzio».
Cira Antignano non può fare a meno di notare i toni accorati con cui il presidente della Toscana risponde alla sua richiesta di aiuto spiegandole, però, che la Regione non può costituirsi parte civile e che si limita ad unirsi «a lei, insieme a tutti i cittadini toscani, nella sua determinata richiesta di ciò che ogni persona dovrebbe vedersi garantita in un paese civile: giustizia, verità, dignità».
Ma una letterina non basta a Cira. Perché Cira è una delle madri coraggio che si trova a reggere l’impatto di sostenere il peso emotivo e materiale di una causa contro uno Stato che lei ritiene responsabile della morte di suo figlio. Cira Antignano, viareggina, è la mamma di Daniele Franceschi. Fu arrestato in Francia per una carta di credito clonata. Morto, il 25 agosto del 2010, dopo mesi nel carcere di Grasse. Sua madre, che chiedeva giustizia fu picchiata dagli sbirri francesi che le spaccarono tre costole. Era il 13 ottobre 2010, Cira era con sua cugina a reggere un lenzuolo con su scritto: “Carcere assassino, me lo avete ammazzato due volte. Voglio giustizia”.
Cira non vorrebbe sentirsi così sola di fronte a uno Stato così violento. Accanto a lei c’è solo il ccomitato Vittime della strage di Viareggio che l’ha accompagnatai al processo e Acad, l’associazione di volontari che si batte contro gli abusi in divisa. «Ci sentiamo in dovere, in quanto associazione che supporta le famiglie e le vittime di abusi delle forze dell’ordine, di richiamare ancora una volta l’attenzione dei mezzi di comunicazione in merito alla morte di Daniele e a questa dura battaglia di verità e giustizia. Da parte nostra faremo il possibile per diffondere la lettera del presidente Rossi e la replica di Cira».
Non sfuggirà ai lettori la sproporzione tra il fiume di retorica versato da molti amministratori e politici italiani per i due marò, che uccisero dei pescatori indiani poverissimi (su alcuni municipi svettano striscioni e tricolori che rivendicano il loro ritorno a casa), e il muro di silenzio che circonda Cira e che la lettera di Rossi, attesa per più di due settimane, non scalfisce.
Ecco dunque il carteggio tra Cira e il governatore: risposta di Rossi replica di Cira Antignano
ma il comitato contro carcere e repressione Daniele Franceschi,che in realtà riunisce i famigliari delle vittime con altri gruppi e organizzazioni politiche,non viene menzionato?