Il Gran Maestro del Grande oriente democratico in un libro rivela il mondo della massoneria e il sottobosco del potere europeo e mondiale.
di Edoardo Bettella
“Massoni – Società a responsabilità illimitata: La scoperta delle Ur-lodges”. Il nuovo libro di Gioele Magaldi, Gran Maestro del movimento massonico “Grande oriente democratico”, non lascia spazio a congetture. Liste, nomi, episodi, fatti, documenti. Che raccontano la storia moderna, dal secondo dopoguerra ad oggi, da un punto di vista inedito: quello del potere in grembiulino. Inedito, non infondato. Dalla guerra fredda agli omicidi dei Kennedy e di Martin Luther King, dagli attentati verso Ronald Reagan e Giovanni Paolo II a quelli dell’11 settembre, fino alle minacce dell’Isis della più stretta attualità. Sedetevi e fate un bel respiro. «Nessun lettore, una volta che lo avrà attentamente meditato, potrà ancora dire di non aver capito bene cosa sia stata e sia la massoneria e cosa siano e facciano i massoni, vera e propria società a responsabilità illimitata nella gestione del potere in età moderna e contemporanea».
Ecco un estratto del libro:
Da anni e mesi Matteo Renzi si comporta da wannabe, da aspirante massone. Ma l’iniziazione cui egli aspira non è presso il Grande Oriente d’Italia o presso qualche altra comunione massonica ordinaria, su base nazionale italiana o estera. No, il premier italiano punta molto più in alto. Egli vorrebbe essere iniziato presso la Ur-Lodge “Three Eyes”, la medesima superloggia cui sin dal 1978 fu affiliato Giorgio Napolitano. La stessa superloggia cui è affiliato Mario Draghi, il quale è membro anche di altre Ur-Lodges sovranazionali come la “Pan-Europa”, la “Edmund Burke”, la “Compass Star-Rose” e la “Der Ring”. Ecco, Matteo Renzi vorrebbe essere accolto in uno di questi consessi super-elitari. E badi bene che si tratta di Ur-Lodges di tendenza neoaristocratica e conservatrice, non certo di superlogge progressiste come ad esempio la “Thomas Paine”, la “Montesquieu”, la “Ferdinand Lassalle”, la “Ioannes”, eccetera. L’attuale premier italiano, al pari di altri illustri personaggi sedicenti progressisti su un piano ufficiale e profano, in realtà vorrebbe tanto essere incluso -come membro alla pari- in quei salotti buoni dell’aristocrazia massonica reazionaria che attualmente sta ridisegnando in senso oligarchico la politica e la società europea.
Il problema è che la sua domanda di affiliazione non è stata ancora accolta. I vari Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Angela Merkel, Jens Weidmann, Wolfgang Schaüble, Jean-Claude Trichet, Mark Rutte, Peter Sutherland, Anders Fogh Rasmussen, Michael Fuchs, Olli Rehn, Jens Stoltenberg, Lloyd Blankfein, Christian Noyer, Henry Kravis, Christine Lagarde, Frans Timmermans, Peter Mandelson, Jonathan Hill, Juergen Fitschen, Ewald Nowotny, Jyrki Katainen, José Angel Gurria, eccetera, non si fidano di Renzi wannabe massone così come non si sono mai fidati del libero muratore Silvio Berlusconi. Questi ed altri esponenti degli ambienti latomistici più elitari e selettivi hanno sempre nutrito diffidenza e insofferenza verso Berlusconi, considerandolo un parvenu del mondo del potere: troppo borderline, ingombrante, imbarazzante e individualista. E analogo sentimento di perplessità nutrono nei riguardi di Renzi, considerato un narcisista, uno spregiudicato e indisciplinato arrivista. Figuriamoci quanto poco venga apprezzato, da questi ambienti, l’asse Berlusconi-Renzi siglato dal Patto del Nazareno.
Perciò, l’atteggiamento dell’establishment massonico neoaristocratico (euro-atlantico) verso l’attuale premier e segretario Pd è ambivalente. Da un lato ne apprezzano le politiche sostanzialmente prone al paradigma dell’austerità (nonostante i proclami e le chiacchiere sterili, generiche e ingannevoli a favore di un’Europa diversa), dall’altro ne temono l’indisciplina e i potenziali voltafaccia, considerandolo smodatamente ambizioso e capace persino, se gli convenisse, di passare un giorno armi e bagagli con il network massonico progressista.
Morale della favola: all’aspirante massone elitario Renzi ancora non è stato accordato l’accesso ad una almeno delle superlogge sovranazionali sopra elencate. Renzi, allora, approfitta del suo viaggio negli Stati Uniti per conseguire obiettivi di natura personale su questo piano. Alla conferenza stampa pubblica presso il Council on Foreign Relations, ripete le solite banalità melense, ma in privato chiede e ottiene un’udienza presso un massone di spicco come Richard Nathan Haas, presidente dello stesso Cfr. E l’incontro privato è finalizzato a consentire l’accesso di Renzi presso un’altra Ur-Lodge, sostanzialmente fuori dall’influenza dei vari Napolitano, Draghi, eccetera. Mi riferisco alla “Leviathan”. La notizia di queste manovre renziane negli Usa, ovviamente, era nota sin da prima che il viaggio cominciasse.
Ecco che, allora, il paramassone De Bortoli, su mandato di Draghi, scrive il suo editoriale proprio in coincidenza con la visita newyorkese di Renzi al Cfr. Il messaggio viene frainteso dai più, ignari di tutto quanto ho spiegato, ma è chiaro e semplice. Dice De Bortoli: «Caro Renzi, riallineati ai desiderata del Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, altrimenti comincio a sputtanarti sul versante “massoneria”, sia con riferimento ai tuoi inciuci con Berlusconi, sia, se servirà, sparando più alto».