Fa discutere il rinvio, a giochi fatti, dello sciopero generale dal 5 al 12 dicembre. L’Opposizione Cgil: «Si chiude la breve parabola di lotta della Camusso»
di Checchino Antonini
Sciopero generale di Cgil e Uil rinviato al 12 dicembre.
L’attesa mobilitazione generale contro legge di stabilità, Jobs Act e riforma della Pa è stata posticipata al termine del ‘vertice’ tra i leader di Cgil, Cisl e Uil prima dell’avvio del congresso Uil. La Cgil aveva già proclamato lo sciopero per il 5 dicembre. La Cisl, invece, non parteciperà allo sciopero generale ma solo a quello del primo dicembre del pubblico impiego.
La decisione sorprende i commentatori che si concentrano sull’accoppiata inedita Cgil-Uil che romperebbe il fronte confederale. Ma delude, e molto, l’opposizione Cgil, l’area che fa a capo al documento congressuale “Il sindacato è un’altra cosa”: «Si chiude la breve parabola di lotta della Cgil – è il commento del portavoce Sergio Bellavita – sciopero anestetizzato e a giochi fatti sul jobs act. Non siamo d’accordo, così si va alla debacle».
Il rischio che l’astensione, a lungo evocata nelle mobilitazioni dell’autunno, si trasformi in una passeggiata prenatalizia è fortissimo a dispetto dei segnali di disponibilità alla mobilitazione che sono emersi sia dalla grande manifestazione Cgil del 25 ottobre sia dallo sciopero sociale del 14 novembre e, ancora prima, dallo sciopero generale che Usb ha fatto in buona solitudine il 24 ottobre. Diventa ancora più importante la scadenza del 21 quando, a Napoli, scenderanno in piazza i metalmeccanici Fiom del Sud, con Landini.
L’ultima volta che le tre confederazioni hanno incrociato le braccia risale alla stessa data di tre anni fa, quando l’obiettivo dell’agitazione di tre sole ore era la manovra siglata Monti. Da allora tutte le iniziative di sciopero hanno visto i sindacati collocarsi in ordine sparso, con la Cgil spesso lasciata senza sponda su diversi fronti, dalla Fiat al riforma del modello contrattuale. Stavolta invece l’isolamento tocca alla nuova Cisl di Annamaria Furlan, che resta ferma dopo ripetuti tentativi di coinvolgimento nello sciopero generale (mai valutato), l’ultimo consumato in un incontro di neanche mezz’ora in mattinata con i leader delle altre due organizzazioni.
L’ultimo sciopero generale Cgil è del 14 novembre del 2012 contro l’austerity. Il 2010 ha il suo clou nell’accordo separato, senza la firma della Fiom-Cgil, sullo stabilimento Fiat di Pomigliano, che ha dato vita ad un nuovo format. Stessa configurazione nel 2009 per la riforma del modello contrattuale, il sindacato di Corso d’Italia, allora guidato da Guglielmo Epifani, si sfila. E la Cgil è ancora sola nel 2008, quando – ancora una volta il 12 dicembre – scende in piazza contro il governo Berlusconi. Bisogna tornare al 25 novembre 2005 per uno sciopero generale unitario contro l’allora finanziaria, mentre la manifestazione dei 3 milioni al Circo massimo a difesa dell’articolo 18 viene organizzata unicamente dalla Cgil, di Sergio Cofferati, il 23 marzo 2002. Così il cerchio dell’ultimi decennio si chiude.