Il 26 novembre a Bologna il comitato universitario Ombre sulla Repubblica si interroga sui retroscena di una delle pagine più buie del nostro Paese.
a cura del comitato studentesco Ombre sulla Repubblica
L’appuntamento con la storia è per il 26 novembre alle 19.00 nell’aula 2 della facoltà di Lettere all’Ateneo bolognese. Il tema dell’incontro è la misteriosa esplosione in volo del DC9 dell’Itavia sopra il cielo di Ustica la notte del 27 giugno 1980. Ad organizzarlo gli universitari del comitato Ombre sulla Repubblica – RDU Bologna, nel ciclo di incontri omonimo inaugurato l’11 novembre scorso.
“Esiste ancora il muro di Gomma?”, si chiedono gli studenti bolognesi presentando il terzo appuntamento del convegno. A 34 anni da quella tragica notte in cui persero la vita ad 81 persone, si torna a parlare delle ombre e degli angoscianti retroscena celati dietro la strage di Ustica. Assieme a Daria Bonfietti, Presidente dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, e ad Andrea Purgatori, giornalista e principale protagonista dell’inchiesta che ha contribuito ad individuare i responsabili del depistaggio istituzionale che ostacolava la ricerca della verità, gli studenti cercheranno di ricostruire il contesto socio politico dell’Italia di quegli anni.
«Riportare in università le pagine più oscure della recente storia repubblicana significa prendere coscienza che esiste ancora una società civile attiva. Nonostante siano trascorsi più di trent’ anni dall’accaduto, i cittadini rivendicano la verità sullo svolgimento della battaglia aerea sui cieli italiani e pretendono che ne vengano svelati i responsabili», dicono i ragazzi del comitato studentesco.
«Il progetto “Ombre sulla Repubblica” – spiegano gli studenti bolognesi – nasce dalla necessità di riportare nei luoghi di formazione della coscienza collettiva del Paese la memoria di quei drammatici, e troppo spesso ancora controversi eventi che hanno segnato la nostra Storia recente, dalla fine degli anni Sessanta ad oggi. Ci poniamo l’obiettivo di riportare nelle scuole e nel nostro ateneo una narrazione storica oramai troppo a lungo dimenticata. Questa è a nostro avviso l’unica strada perseguibile per giungere alla corretta formazione di consapevoli cittadini che potranno ravvivare, in un futuro che auspichiamo prossimo, un dibattito pubblico italiano ad oggi apatico ed inattivo».