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S’è aperta la caccia ai diritti degli statali

Il jobs act, i vigili urbani romani, le vacanze di Renzi, l’incendio della Norman, il salvataggio di Berlusconi. Cosa c’entra tutto questo con le minacce ai diritti dei lavoratori del pubblico impiego?

di Claire Lacombe

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La fine del 2014 e l’inizio del nuovo anno sono stati in Italia agitati da due gravi fatti: uno, di cronaca, l’incendio sul traghetto Norman Atlantic tra la Grecia ed Ancona; l’altro, politico, la norma nel decreto attuativo della delega fiscale, approvato dal Governo Renzi alla vigilia di Natale, che salva molti evasori e frodatori fiscali, anche con un repechage delle condanne penali, e forse riguarda anche Berlusconi la cui pena può essere dichiarata estinta!

Ma da ieri i più dei quotidiani italiani in prima pagina parlano di altro: e cioè dei Vigili urbani romani, come causa di tutti i mali italioti (prendiamo atto che i giornali nazionali hanno smesso di usare il termine ufficiale ma tronfio di ispirazione alemanniana di Polizia Roma Capitale per impiegare il nome più classico di Vigili Urbani).

Ciò in relazione al fatto che la notte del 31 dicembre molti Vigili urbani di Roma di turno non si sono presentati al lavoro: alcuni per avere presentato certificato medico, altri per avere donato il sangue in giornata con conseguente stop al lavoro di ricupero per 24 ore, altri per ragioni ancor più complicate. Il fatto è conseguente a una serie di frizioni tra alcune organizzazioni sindacali, assai forti, dei Vigili Urbani (VVUU) e il nuovo corso capitolino del sindaco. La cosa ha avuto la sua gravità locale, con conseguenze potenziali sulla mobilità e l’ordine pubblico romano, cosa che poi non si è verificata anche grazie ad altri VVUU urbani non di turno e resisi reperibili. Non è mai stato un mistero l’ingombrante forza corporativa di alcune sigle sindacali dei VVUU romani, rafforzatesi, ma non nate, sotto Alemanno sindaco. Non è un mistero la presenza di forti nuclei di corruttela nei VVUU, come svelato anche da svariate indagini della Procura della Repubblica romana.

Ma il Governo è come impazzito su questa vicenda con comunicati stampa, proclami alla Nazione e annunci di gravi sanzioni disciplinari agli assenteisti del 31 dicembre. Tutte impazzite le fonti governative a chi la spara più grossa.

Il Ministro Madia annuncia l’invio degli Ispettori della Funzione Pubblica, cioè di “sceriffi” dalla pistola a salve, visti i limitatissimi poteri che costoro hanno in genere e tanto più sugli Enti Locali, vista la riforma del Titolo V della Costituzione, voluta e coccolata non dal Cominform ma dal PD e da Berlusconi!

Si vaneggia di nuove norme con le quali si va a colpire con decisione (con il licenziamento, l’ergastolo, la lapidazione?) i cattivissimi VVUU romani, quasi facendo finta di essere in uno Stato fascista o fascistoide dove possa albergare la retroattività di leggi in materia penale o comunque in pejus.

Alla fine si sente pure parlare del parto del topolino: si annuncia stentoreo l’avviso governativo alla Nazione e cioè che gli accertamenti medico fiscali ex post ai dipendenti del pubblico e degli enti locali avverranno non più con medici del SSN ma con medici, precari, inviati dall’INPS, il famoso e efficientissimo Ente, presieduto fino a pochi mesi dal mitico Mastrapasqua! Ma l’Italia sembra un Paese ingombro di deficienti: nessuno ricorda che ai primi di agosto del 2014 uscì la notizia che l’INPS, sembra per carenza di fondi, non era in grado di gestire un livello decente delle visite medico fiscali di propria spettanza?

Diciamo allora la verità, ciò che si vuole colpire, con questa campagna allarmistica, è il lavoro pubblico, con la sua demonizzazione e, magari, estendere le norme sul Job Acts anche nel pubblico impiego.

Nel merito della vicenda, il Comandante dei VVUU romani, Clemente, è persona rigorosa e affidabile ed è perfettamente in grado, se del caso, di adottare le rigide sanzioni disciplinari previste dalle norme vigenti nei confronti del lavoratori negligenti. C’è un Autorità Garante per gli scioperi, c’è la Procura della Repubblica che può verificare gli estremi del reato di interruzione di pubblico servizio. Cosa si vuole di più? Oggi, checché ne vaneggino i giornali, un medico non può “fare” un certificato di malattia falso, al più si può circoscrivere meglio con intervento legislativo il reato di falso, commesso dal medico, aggravando la pena. Ma non si deliri di altro!

MA PARLIAMO DEI FATTI GRAVI OGGI TRASCURATI NEI MASS MEDIA.

L’incendio sul traghetto Norman Atlantic : nulla è chiaro, nulla è lineare.

In Europa ci si può imbarcare su un traghetto senza figurare in nessuna lista: questo è ormai assodato dai fatti della Norman Atlantic. Come avveniva 50 e più anni fa, malgrado valanghe di certificazioni di qualità la cui carta sarebbe idonea forse per altri usi. Ci sono varie liste passeggeri non coincidenti… Tutte le rodomontate europee sul rigore dei controlli per l’immigrazione clandestina si vanno a fare friggere.

Si può avere un incendio qualche giorno prima su una nave gemella sull’Adriatico, per fortuna domato, della stessa linea di navigazione e, praticamente, al contempo un’ispezione sull’altra gemella che rileva gravi carenze sulle strutture antincendio: non succede niente di particolare e il traghetto non viene fermato perché la prescrizione di adeguamento è a 60 giorni come le tratte di certe cambiali, anche se stavolta la cambiale era col Convitato di Pietra.

Ci può essere un Governo che fa della tragedia occasione di propaganda da Minculpop. Non si sa ancora bene quanti morti ci sono stati sul traghetto incendiato, ma Renzi fa una bella conferenza stampa e annuncia: ci sono solo 5 morti e nessun italiano è deceduto. E poi va a sciare a Courmayeur. Ma già alcune famiglie italiane si erano allarmate per le mancate notizie di loro cari da molte ore. Oggi sappiamo che i morti sono stati 11 e almeno una decina i dispersi: gli italiani deceduti sono almeno 4.

Le indagini devono stabilire se c’erano clandestini arsi nell’incendio, se erano presenti “carichi strani”, se i soccorsi sono stati chiamati in ritardo, quanti uomini e veicoli sono saliti a bordo irregolarmente; il lavoro dei militari della Marina e dell’Aereonautica è stato straordinario così come quello dei Vigili del Fuoco. Ma su questo si è aperto una decisa macchia di …..fango: finito il clamore della notizia e della conferenza stampa di Renzi ci si è dimenticati di ricuperali e/o avvicendarli nel mare in tempesta sui mezzi di soccorso: sono stati quasi una settimana in servizio con gli stessi abiti sporchi pieni di vomito da mal di mare. Ma Renzi, impegnato a sciare in val d’Aosta, non ha tentato neanche un passo diplomatico in Albania (il cui premier aveva incontrato qualche giorno prima) per farli entrare in aereo via Tirana, quando i pompieri erano a poche centinaia di metri da Valona, ma senza ovviamente documenti di espatrio. Ma i Vigili del Fuoco mica possono usufruire di voli Stato, per capirsi, quelli che prendono il Ministro Pinotti e altri componenti del Governo Renzi per i loro spostamenti.

Quanto allo scandalo enorme delle norme fiscali si tratta in poche parole della norma contenuta nel decreto attuativo della delega fiscale approvato lo scorso 24 dicembre dal governo Renzi come delizioso cadeau di Natale e ora al vaglio consultivo delle Commissioni Parlamentari. Nel testo si trovano nuove generose soglie di punibilità alzate e triplicate e una “soglia parametrata” al reddito sotto la quale chi evade le tasse non rischia più il carcere, cosa  che si applica sia all’evasione fiscale che alla frode fiscale: insomma chi è più ricco è più immune.

Queste sì che sono attività di guerra, e di odio, di classe!

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