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Homecronache socialiA Manfredonia una truffa affonda la nautica

A Manfredonia una truffa affonda la nautica

L’imprenditore laziale Bolici ha approfittato dei contratti d’area istituiti dal governo Prodi per arraffare i soldi pubblici investiti dalla Regione Puglia e lasciare il settore nautico di Manfredonia nel caos.

di Michela Conoscitore

L'ingresso dell'inside, sullo sfondo la ciminiera dell'ex petrolchimico Enichem, oggi smantellata.
L’ingresso dell’inside, sullo sfondo la ciminiera dell’ex petrolchimico Enichem, oggi smantellata.

«La crisi c’è, ma noi abbiamo molto lavoro. Tutto regolare». Nel 2009, Paolo Bolici ha rassicurato tutti sullo stato di salute dell’Inside, azienda nautica rientrante nel contratto d’area di Manfredonia. Tre anni dopo, lui è sfuggito ad ogni responsabilità, e per decisione della prefettura di Foggia, l’azienda ha chiuso. A farne le spese, i dipendenti. «Vittime di un sogno trasformatosi lentamente, ma inesorabilmente, in un incubo». Giannicola de Leonardis, consigliere regionale e presidente della settima commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, ha commentato così l’epilogo fallimentare dell’azienda, pensando soprattutto alle centodieci famiglie che hanno creduto in una speranza di crescita e benessere.

Il consigliere de Leonardis si è soffermato anche sul contratto d’area, attuato nell’area di crisi, Manfredonia–Monte Sant’Angelo–Mattinata: «L’illusione di un lavoro garantito che si è trasformato in raggelante delusione. L’area di Manfredonia, da terra promessa si è trasformata in un cimitero industriale». Sull’esempio dei distretti industriali emiliani, i contratti d’area sono stati ideati dal governo di Romano Prodi, che li definiva come la via maestra per lo sviluppo del Sud. Così, dalla sinergia di varie forze, secondo l’ex premier, si poteva percorrerla agilmente quella via. I sindacati avrebbero garantito la forza lavoro, Province e Comuni le aree dove sarebbero sorte le future aziende, gli imprenditori i capitali di partenza. E il governo, i finanziamenti statali. Insomma, un mega-investimento di pubblico e privato, per rilanciare aree depresse del meridione come quelle di Gela, Torre Annunziata, Crotone e, appunto, Manfredonia. Firmato il quattro maggio del 1998, il contratto d’area di Manfredonia doveva garantire una nuova occasione industriale, dopo i veleni del petrolchimico Enichem. Quindici anni fa, individuata la zona dove attuarlo, proprio sulle ceneri dell’Enichem, il contratto d’area diventava realtà.

Oggi, l’azienda di Bolici è una delle ultime ad aver chiuso. Responsabile unico del contratto d’area è il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, che ha stilato due rapporti sullo stato di salute delle aziende della zona. A fronte dei circa quattromila posti preventivati nel lontano 1999, ora gli occupati sono 729 di cui 693 a tempo indeterminato. Quarantacinque, invece, i lavoratori in cassa integrazione. La situazione rilevata nel 2013 vede appena trentatré aziende in attività, rispetto alle quarantuno del 2012. E ben 273 occupati in meno.

Sicuramente gli effetti della congiuntura economica si sono abbattuti anche sul progetto prodiano, ma, come si evince dal rapporto stilato dal sindaco Riccardi: «Occorre tener presente che la maggior parte delle imprese ha concluso, da oltre dieci anni, la procedura agevolata e alcune non collaborano nella rilevazione. Non sono più tenute a rispettare gli obblighi di monitoraggio previsti dalla normativa. Le imprese subentrate, con nuove ragioni sociali, non hanno vincoli inerenti gli accertamenti. Per altre non vi sono stati subentri, bensì chiusure e, in qualche caso, successive riaperture che è difficile accertare. La rilevazione del numero delle imprese, e di conseguenza degli occupati, ne risulta condizionata».

La firma del 20 dicembre 2008 per l'avvio dei lavori del porto turistico "Baia dei Venti". Presenti Paolo Bolici, l'ex sindaco di Manfredonia Paolo Campo, l'ex sindaco di Monte Sant'Angelo Andrea Ciliberti e l'ex monsignor Domenico D'Ambrosio.
La firma del 20 dicembre 2008 per l’avvio dei lavori del porto turistico “Baia dei Venti”. Presenti Paolo Bolici, l’ex sindaco di Manfredonia Paolo Campo, l’ex sindaco di Monte Sant’Angelo Andrea Ciliberti e l’ex monsignor Domenico D’Ambrosio.

Tradotto dal burocratese, il contratto d’area ormai è solo un miraggio. Molte aziende hanno goduto dei sovvenzionamenti pubblici e poi hanno dichiarato fallimento. Un “prendi i soldi e scappa” in salsa garganica. Riccardi prosegue: «Parlare, oggi, di contratto d’area, con le aziende che hanno superato i dieci anni d’attività, è davvero complicato. Il compito del responsabile unico non era quello di gestire la crisi. E gli strumenti per farlo sono davvero pochi».

L’Inside ha avviato la produzione con circa ventidue milioni di lire investiti, di cui quindici di contributo pubblico. L’azienda, una delle “big” del contratto d’area di Manfredonia, era specializzata nella realizzazione di arredo in legno per barche da crociera e yacht, e riforniva, tra i tanti, Fincantieri, Costa Crociere, Msc e Royal Caribbean. Nel 1979, Bolici aveva avviato a Nettuno una modesta produzione di infissi e serramenti. Anni dopo, l’imprenditore romano era presente in svariati settori e in ben diciassette società partecipate. I suoi interessi sono arrivati in Grecia, Stati Uniti e Montenegro. Insediatosi nel novembre del 1999, con la prospettiva di centoventisette posti di lavoro, tra mancati appuntamenti in prefettura a Foggia e telefoni staccati, il 17 ottobre del 2012 ha lasciato in mobilità ben centodieci lavoratori. Prima la sede in Capitanata, poi, lo scorso aprile, il fallimento della sede di Anzio.

«Quanto sta avvenendo è di una gravità inaudita», hanno denunciato al quotidiano “l’Attacco” i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. «Siamo arrivati all’inverosimile, ad un imprenditore che si sottrae a qualunque confronto, azzerando le relazioni sindacali. Non ci era mai capitato di assistere a qualcosa di simile». Bolici, dopo aver negato fermamente qualsiasi voce di crisi su giornali e in tv, e dopo mesi di inattività della sua Inside, ha evitato qualsiasi incontro con le parti sindacali e ha abbandonato i dipendenti al loro destino, senza collocarli in mobilità con indennità d’ufficio. Più volte i lavoratori dell’Inside, accompagnati dai segretari sindacali provinciali, si sono recati dal sindaco di Manfredonia, per ricevere più tutela e giustizia. Riccardi, per quel che ha potuto, ha continuamente invitato Bolici a riprendere i contatti per arrivare ad una soluzione, non risparmiandogli critiche: «Paolo Bolici continua a fare il teatrino con la pretesa di prendere in giro tutti. Un imprenditore che ha beneficiato di sostanziose provvidenze statali e della massima considerazione da parte dei vari Enti del territorio e che oggi tende, facendo ricorso a vari e sofisticati sotterfugi, a lavarsi le mani e gettare tutti a mare». Un atteggiamento, quello di Bolici, come ha dichiarato il primo cittadino di Manfredonia al quotidiano “l’Attacco”, «non spiegabile con le semplici implicazioni provenienti dalla crisi economica. Gli scompensi in quella fabbrica, se non nel Gruppo Bolici complessivamente inteso, sono cominciati ben prima».

L’intervento del sindaco è stato inutile. Bolici aveva già scelto il finale. «Una vicenda nata sotto i migliori auspici soprattutto perché rappresentava un’attività legata alla vocazione del territorio, quella cioè del turismo nautico. Quei lavoratori, un centinaio complessivamente, si sono ritrovati allo sbando, bistrattati nei loro diritti e nella loro dignità di professionisti, peraltro altamente specializzati», come ha affermato al giornale online, “Stato Quotidiano”, il sindaco Riccardi.

«La precisa definizione della data di cessazione dell’attività nello stabilimento di Macchia è stata fondamentale ai fini dell’inserimento nelle liste di mobilità dei dipendenti di quello stabilimento, le vittime di quella che, più che una défaillance conseguente alla crisi economica (magari anche quella), è la discutibile gestione di un’attività che per altri canali segna quanto meno una buona tenuta lavorativa», queste le conclusioni in una nota della sezione locale Fillea/Cgil. Sempre a “Stato Quotidiano”, i lavoratori hanno espresso, comunque, voglia di ricominciare: «Quello che ci auguriamo è di riprendere al più presto le produzioni. Vogliamo rappresentare un’eccezione in positivo fra le aziende dismesse del contratto d’area. Ci sono maestranze con alta professionalità, c’è voglia di ripartire, ci sono artigiani di competenza qualificata. La Inside e la Bolici non meritano una fine ingloriosa. L’ammortizzatore sociale deve rappresentare solo un ponte in attesa di una nuova produzione. C’è voglia e passione per ripartire, confidiamo in una nuova proprietà aziendale».

Aprile 2012. Supporto del sindaco Riccardi ai lavoratori durante il sit-in di protesta.
Aprile 2012. Supporto del sindaco Riccardi ai lavoratori durante il sit-in di protesta.

Tra scioperi, mancati pagamenti degli stipendi, sit-in e serrate, l’imprenditore laziale non si è fatto mancare, nel 2008, il sequestro del capannone da parte del Nucleo operativo ecologico di Bari. Il Noe ha imputato all’Inside la mancanza delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera e allo scarico, e avrebbe gestito illecitamente rifiuti solidi depositandoli al suolo. Bolici, descritto da tutti come un «gran lavoratore e curante anche i piani commerciali della società», ma anche con un carattere «sfrontato, rude e sanguigno», anche quella volta, ha proseguito imperterrito per la sua strada.

E pensare che l’imprenditore romano aveva grandi progetti in serbo. Tra i tanti, quello del porto turistico “Baia dei Venti”. La zona, chiamata “Chiusa dei Santi”, era uno dei più bei tratti di costa, dove il Gargano inizia a stupire. Spazzata via per sempre. Costato ventisei milioni di euro, il progetto ha beneficiato di fondi pubblici pari ad oltre sette miliardi di lire e tre miliardi e mezzo di contributi pubblici assegnati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica).

Duecentotrentasei posti barca ed un capannone destinato al rimessaggio della cantieristica da diporto, direttamente collegato all’Inside. La prima pietra della struttura portuale fu posata il 20 dicembre 2008, alla presenza dello stesso Bolici e di numerose autorità locali. «Un’opportunità per il rilancio dell’economia della zona, con notevoli benefici di alto livello a tutti i diportisti», ha affermato in quell’occasione l’imprenditore. Data di consegna prevista: prima il 2010, poi il 2012. Oggi, ciò che rimane di “Baia dei Venti” sono vestigia malinconiche, cemento e deturpazione ambientale. Quella non manca mai.

Intanto, a giugno di quest’anno, la società Bolici Invest ha rinunciato al ricorso presentato al Tar di Bari per la restituzione del finanziamento, ottenuto per la costruzione del porto turistico. In sessanta giorni dovranno restituire quasi un milione e mezzo di euro. Sarà l’ennesima promessa non mantenuta di Paolo Bolici?

Il rappresentante sindacale Cosimo Cirielli (Filca/Cisl).

28 maggio 2012. Alla scadenza termini della cassa integrazione Bolici decide di mettere in atto una serrata. Intervista ai rappresentanti sindacali Vitantonio Pasqualicchio (Filea-Cgil) e Urbano Falcone (Filca/Cisl), e ad alcuni dipendenti.

Ottobre 2012. Si discute della vertenza Inside nell’aula consiliare del Comune di Manfredonia alla presenza del sindaco Riccardi. Intervista al sindaco di Monte Sant’Angelo Antonio di Iasio.

1 COMMENTO

  1. E’ una diffamazione. Non esistono ne indagini ne cause ne sentenze al riguardo. Bisognerebbe capire che tipo di giornalismo possa essere questo. Eppure vi descrivete giornalisti. Le uniche sentenze sono state contro chi ha pubblicato queste menzogne diffamatorie. Speriamo che presto ce ne sia una anche per voi!

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