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Fiom, la coalizione debutta in società

Unire ciò che il liberismo divide. Cinquanta sfumature di coalizione in piazza a Roma con la Fiom di Landini (che vola nei sondaggi): Camusso, Civati col mal di pancia, centri sociali, lista Tsipras

di Checchino Antonini

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Domani andrà in scena la coalizione sociale lanciata da Landini con l’inconsueta modalità di una riunione a porte chiuse per pochi invitati. Ma l’idea – interpretata in vari modi dai tanti attori lontani o vicini al leader della Fiom – sembra prendere piede. «Care lavoratrici e cari lavoratori metalmeccanici, sabato 28 marzo ci ritroveremo a Roma per la dignità e la libertà del lavoro – scrive Maurizio Landini – nei mesi scorsi, insieme, ci siamo battuti contro il Jobs Act ma il governo non ha voluto ascoltarci. La nostra lotta però non è finita con il varo del Jobs Act. Come promesso durante lo sciopero generale del 12 dicembre di Cgil e Uil, continueremo a spendere le nostre idee e le nostre energie per difendere il lavoro e i suoi diritti, cambiare il paese e renderlo più giusto. L’abbiamo chiamata “Unions!”, usando una lingua che non è la nostra ma utilizzando una parola che richiama le origini del movimento operaio e sindacale. Oggi abbiamo bisogno di riprendere il filo dell’impegno comune, delle lotte contro le politiche dei governi che in Italia e in Europa hanno voluto far pagare al lavoro il costo di una crisi prodotta dalla finanza e dalle speculazioni. Per dare rappresentanza al lavoro. Per confrontarci con tutte quelle realtà, associazioni, gruppi e movimenti che nella società affrontano e contrastano il degrado civile prodotto dalla crisi economica e dalla sua gestione politica. Per affermare i principi della nostra Costituzione. Oggi abbiamo bisogno di un’alleanza, di costruire una coalizione sociale che unisca ciò che il governo e Confindustria vogliono separare, aggregando tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare…».

Landini, intanto, vola nei sondaggi. Secondo i dati dell’Istituto Ixè il 20% degli italiani è fiducioso nei confronti dell’esperimento del segretario della Fiom. Nella settimana post-Lupi Renzi perde un punto percentuale portandosi al 40%, Salvini riprende quota salendo al 23%. Risale di un punto la fiducia in Berlusconi (15%), che così scavalca il leader M5S. Infatti Grillo rimane stabile (14%), come Alfano (13%). Saranno gli operai Fincantieri ad aprire il corteo mentre, dal palco in piazza Del Popolo parleranno, tra gli altri Rodotà, Giuseppe De Marzo, Gino Strada.

Unificare ciò che l’ultraliberismo ha diviso è la scommessa del secolo. Così in piazza si vedrà tutto e il contrario di tutto così come si sta osservando nelle sette regioni che voteranno alla fine di maggio e in cui, se il centrosinistra si rompe, è solo perché lo determina il cammino renziano verso il partito della Nazione. Ci saranno Libera, Emergency, Giustizia e libertà, i centri sociali tradizionalmente collaterali a Sel e quelli che invece vorrebbero il big bang (l’area di Rimaflow), ci saranno pezzi di Pd (che verrà a fare la Bindi nella piazza che contesta il jobs act?), non mancheranno L’AltraEuropa forse anche Pisapia di cui si dice che non farà il bis da sindaco meneghino per coordinare quest’avventura di Landini. Ci sarà Susanna Camusso ma anche l’Opposizione interna della Cgil. Rossa (l’organizzazione promossa da Cremaschi e dalla Rete dei comunisti), invece sarà in periferia, a Roma, per un forum su Mafia Capitale.

«L’idea di unire insieme ai lavoratori dipendenti, un vasto raggruppamento del mondo del precariato, delle diverse forme del lavoro subordinato o più o meno falsamente autonomo, le associazioni del sociale, al fine di costruire una barriera contro le politiche dell’austerità, non può che trovare il consenso di quelli che non si rassegnano e vogliono costruire una alternativa», scrive Franco Turigliatto nel numero de L’Anticapitalista che verrà distribuito in piazza. «Per rispondere ai nostri potenti avversari occorre riconoscersi mutualmente, individuare obiettivi comuni, realizzare l’unità indispensabile degli oppressi e degli sfruttati perché si possa battere gli avversari di classe. Perché la FIOM non ha avanzato la proposta qualche anno fa quando era assai più forte? O anche solo durante l’autunno nella lotta contro il Jobs Act, puntando a darle continuità invece di subordinarsi alla Cgil? Infatti se non si condanna la rassegnazione di cui la Cgil si fa interprete e se la Fiom non individua un nuovo percorso di lotta sindacale quale “coalizione sociale” polarizzante sarà possibile? Per farlo occorre la chiarezza politica e sindacale, il coinvolgimento di tutte le forze, una discussione in cui tutti si sentano partecipi e non discriminati, a partire naturalmente anche dalla minoranza interna di sinistra della stessa FIOM o dalle organizzazioni sindacali di base (almeno quelle che fossero d’accordo), di tutte e tutti coloro che vogliono lottare per una nuova dignità del lavoro, per costruire un’assemblea in cui si possano definire i contenuti e le scadenze di lotta per i diritti e per un’altra società».

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La segretaria Cgil Camusso sarà dunque domani in piazza ma avverte, parlando con la stampa al termine di un incontro alla Sapienza: «domani sono in piazza con una categoria della Cgil, non personalizzate». A chi le chiedeva che messaggio uscirà dall’evento di domani Camusso ha risposto: «Spero che emerga un messaggio che le politiche sul lavoro del governo Renzi non vanno bene. Serve un piano occupazionale ed una politica industriale».

Civati ci sarà, per lui è un simpatico rito ma forse la coalizione complica la vita anche a lui: «Ho già detto che sabato sarò in piazza, come ogni anno, alla manifestazione sindacale della Fiom. Però trovo fuori luogo certe parole – non credo, per esempio, che si possa dire di Gianni Cuperlo, con cui ho avuto spesso da discutere, che la sua posizione è determinata dalla preoccupazione della poltrona – e mi sembra che di tutto abbiamo bisogno tranne che del narcisismo delle piccole differenze, per cui ci si attacca tra simili, con la pretesa di essere nuovi e decisivi a discapito degli altri». Lo scrive sul suo blog, in un post dal titolo «Dichiarazioni che non aiutano», il deputato Pd Pippo Civati facendo riferimento alle parole del segretario della Fiom Maurizio Landini in un’intervista a L’Espresso. «Landini discute con Marco Damilano su l’Espresso liquidando tutte le forme esistenti di sinistra politica. Se la prende con Sel, scrive Damilano, che non è più un riferimento. Adotta l’argomento renzian-grillino per cui gli esponenti della ‘minoranza’ del Pd sono solo preoccupati della loro ricandidatura», spiega Civati che aggiunge: «ho letto la piattaforma presentata dalla Fiom, ci sono molte cose condivisibili, ma molte altre sono lontane da un compiuto progetto di governo (che pure dalle parole di Landini traspare almeno come intenzione).» «Di questo dobbiamo discutere. Altrimenti finisce come sempre a sinistra: che si fa un favore alla destra – politica e sociale – in tutte le sue forme».

L’Altra Europa aderisce con convinzione alla proposta di mobilitazione. «Condividiamo profondamente il tema della costruzione di una coalizione sociale capace di riunire i soggetti che il neoliberismo vuole tenere divisi per continuare a colpirli nelle loro condizioni di vita e nei loro diritti. L’orizzonte di questa coalizione è sicuramente quello europeo dove si e’ aperta una possibilità di cambiamento grazie alla vittoria di Syriza in Grecia. I tempi sono quanto mai urgenti: sono dentro i quattro mesi conquistati da Tsipras per consolidare il proprio progetto. Stare dentro questo orizzonte significa costruire anche in Italia alleanze e lotte contro i provvedimenti con cui il governo Renzi ha assunto le prescrizioni della Troika a partire dal Jobs act e dallo sblocca Italia. Contro questi provvedimenti può essere giusto promuovere anche una larga campagna referendaria. Occorre costruire una vera piattaforma di alternativa di società a partire dalla riunificazione del mondo del lavoro e del precariato e  dall’assunzione piena del paradigma ambientale».
L’Altra Europa, infine, lunedì ospiterà a Roma Tasos Koronakis il successore di Tsipras alla guida di Syriza, (30 marzo a Roma, al Teatro Capranichetta in Piazza Montecitorio, dalle 17.30 alle 21), Lucia Annunziata guiderà l’incontro.

 

 

 

 

3 COMMENTI

  1. Già il fatto che scelgano una giornalista come Lucia Annunziata mi fa venire il mal di pancia. Perché rincorriamo sempre i sacerdoti o le sacerdotesse della fabbrica del falso del nostro sistema mediatico? Non abbiamo dalla nostra dei bravi e preparati giornalisti che possono valorizzare i temi a noi più cari?

  2. Attenzione, compagni. Le minestre riscaldate alla lunga minano l’apparato gastro-intestinale. Occorono chiarezza di idee e discriminanti precise. Solo così si ricompatta la massa degli sfruttati e si riconquista la fiducia nella lotta.

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