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Maschio, giovane, ignorante: ecco chi vota il nazi in Austria

Chi è Norbert Hofer che rischia di diventare presidente in Austria e chi sono i suoi elettori. Il fallimento della «Grande coalizione», un avvertimento per l’Europa

di Bertold du Ryon, traduzione di Cristiano Dan

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L’uomo è sorridente ed è abituato a controllare le emozioni. Dopo una degenza in ospedale di oltre un anno a causa di un incidente col parapendio, ha imparato a essere paziente. Ma non è un moderato, e nemmeno un arrivista della politica. Norbert Hofer, 45 anni, è un ideologo, uno di quelli veri. È uno dei principali quadri del FPÖ [Freiheitliche Partei Österreichs, Partito della libertà d’Austria], un partito d’estrema destra di cui fa parte sin dall’adolescenza.

Domenica 24 aprile 2016 [nelle elezioni presidenziali, Hofer] ha ottenuto il 35,1 % dei voti, con una partecipazione del 68,5 % [1]. Nel suo comune natale, Pinkafeld, nella regione del Burgenland, ha ottenuto il 60,7 %…, e non si tratta nemmeno del risultato locale più elevato, poiché ha superato il 64 % a Wiesenfeld. La regione del Burgenland, d’altronde, è da ormai un anno governata da una coalizione formata dal FPÖ (che nel Parlamento europeo è nello stesso gruppo del Front national francese), e dalla … socialdemocrazia locale. L’Austria, Paese solitamente più conosciuto per la bellezza dei suoi paesaggi e per la sua gastronomia, è anche questo…

Ed è qui, a Pinkafeld, che Hofer sì è iniziato alla politica, reclutato da un professore della cerchia Deutschnational (pangermanista). Una cerchia compatta, composta da appartenenti alle Burschenschaften, le corporazioni studentesche d’estrema destra e armate (praticano i duelli alla spada); una cerchia, anche, piuttosto anticlericale in una regione prevalentemente cattolica, e una parte della quale nasconde a fatica le proprie affinità con il nazismo, storico e attuale. A 23 anni, Norbert Hofer ha cominciato a fare politica a livello regionale, poi nazionale, attratto dall’ascesa di Jörg Haider, il capo della FPÖ dal 1986 sino a quando se ne è scisso nel 2005 (morendo poi in un incidente nel 2008): ma sempre mantenendo una certa distanza da lui, che giudicava poco serio, con convinzioni non sufficientemente solide, ideologicamente non abbastanza fermo.

Non è dunque un dettaglio di scarsa importanza il fatto che Norbert Hofer, un duro di questa estrema destra austriaca che aveva già fatto parte del governo federale dal 2000 al 2005 (o al 2006, se si conta anche la scissione «moderata» che aveva seguito Haider), sia arrivato in testa nelle elezioni presidenziali, il cui secondo turno si svolgerà il 22 maggio.

Certo, il presidente federale austriaco non ha che poteri limitati, con un ruolo più che altro protocollare. Il vero potere politico è concentrato nelle mani del cancelliere, capo del governo formato dalla maggioranza parlamentare. Ma il candidato Hofer ha detto che potrebbe licenziare il governo in carica – una «Grande coalizione» fra la socialdemocrazia (SPÖ, Sozialdemokratische Partei Österreichs) e la destra democristiana della ÖVP (Österreichische Volkspartei, Partito del popolo austriaco) – se questo «lavora male», convocando elezioni anticipate. E nel clima attuale, la FPÖ potrebbe sicuramente superare il 30 % dei voti, con un aumento di circa il 10 %.

L’inconsistenza dei partiti della «Grande coalizione» – una coppia sprovvista d’immaginazione e della minima creatività politica – si è ben riflessa nei risultati dei suoi due candidati. Mentre nelle ultime elezioni legislative [2013] i partiti socialdemocratico e democristiano avevano messo assieme complessivamente il 60 % circa dei voti, i loro candidati alla presidenza (Rudolf Hundstorfer e Andreas Kohl) ottengono al primo turno rispettivamente l’11,3 % e l’11,1 %. Si può così vedere come l’estrema destra abbia letteralmente spazzato via i rappresentanti dei due grandi partiti al potere.

È il candidato dei Verdi [Die Grünen], Alexander van der Bellen (piuttosto centrista, del tipo democratico-umanista), che se l’è cavata meglio: con il 21,3 % dei voti, è lui che sfiderà il rappresentante dell’estrema destra al secondo turno [2]. Si può prevedere che i partiti di centrosinistra e di centrodestra [SPÖ e ÖVP] finiranno con l’appoggiare il candidato dei Verdi. Invece una candidata «indipendente», Irmgard Griss, già giudice della Corte suprema, e che ha ottenuto il 18,9 %, non ha sino a ora fornito indicazioni di voto: poiché però la sua campagna elettorale s’è centrata contro un preteso lassismo del governo in tema d’immigrazione, ci si può aspettare che i suoi elettori si orienteranno in parte verso il candidato della FPÖ.

La politica sull’immigrazione è stata al centro di dibattiti per gran parte della campagna elettorale. L’Austria – che sino a ora era stata soprattutto un Paese di transito verso la Germania e la Scandinavia per i migranti del Medio Oriente che attraversavano i Balcani – non riceve ormai più molti rifugiati da Est, da quando la «strada dei Balcani» è stata bloccata dalle barriere e dal filo spinato alle frontiere macedoni, ungheresi o bulgare. Ma, in previsione di un nuovo flusso di migranti provenienti dalla Libia attraverso l’Italia e diretto verso l’Europa del Nord, ha annunciato (12 aprile) la sigillatura della frontiera con l’Italia, con il ripristino dei controlli d’identità. La costruzione d’una barriera attorno al passo del Brennero è iniziata, e sarà conclusa «al più tardi nel giugno prossimo». Ai grandi partiti non è dunque mancata la volontà di chiudere le frontiere, anche se questa era una rivendicazione dell’estrema destra, ribadita durante tutta la campagna elettorale…

L’elettorato di Norbert Hofer sarebbe formato in maggioranza da uomini – le donne sarebbero meno favorevoli -, piuttosto giovani e meno istruiti della media. Secondo i dati di due istituti di sondaggio pubblicati dalla televisione pubblica ORF, il 45 % degli elettori maschi (e il 27 % delle donne) avrebbe votato per Hofer ma fra chi ha meno di 29 anni la percentuale sale al 51 %. Fra i pensionati il candidato dell’estrema destra avrebbe ottenuto il 34 %, un po’ al di sotto della media. Tuttavia, la percentuale salirebbe al 51 % negli apprendisti e al 72 % negli… operai. Ricordiamo che in Austria la sinistra (Partito comunista compreso e socialdemocrazia esclusa) è molto ridotta e marginalizzata [3] e che il movimento operaio controllato dalla socialdemocrazia è stato a lungo importante ma anche totalmente integrato nello Stato. Oggi, con una socialdemocrazia partecipe di un governo che promuove «riforme» più o meno del tipo di quelle che vediamo in tutta Europa, la classe dei salariati si trova ampiamente disarmata dal punto di vista politico.

Soltanto a Vienna, storico bastione della socialdemocrazia e della sinistra, l’elettorato resiste un po’ meglio all’estrema destra rispetto al resto del Paese. Qui il candidato della FPÖ ha ottenuto il 27,7 %, contro il 32,7 % di Alexander van der Bellen.

Non c’è ancora la certezza che Norbert Hofer venga eletto il 22 maggio prossimo. Ma anche se ciò non dovesse accadere, questo suo risultato costituisce non solo uno shock politico ma anche una lezione su cui riflettere in tutta Europa.

 

Testo originale

NOTE DEL TRADUTTORE

(1) L’articolo originale è stato scritto prima delle divulgazione dei dati ufficiali. Le cifre provvisorie riportate sono state sostituite con quelle definitive.

(2) È il caso di precisare che Van der Bellen si presentava con l’etichetta di “indipendente”, con l’appoggio dei Verdi. Si è trattato di una sua scelta precisa, per evitare di dover passare attraverso il meccanismo delle primarie…

(3) La marginalizzazione della sinistra può essere riassunta dal dato elettorale del Partito comunista nelle ultime elezioni legislative nel 2013: 1,03 %, cui si possono aggiungere lo … 0,02 % di un Sozialistische LinksPartei e, a voler abbondare nella definizione di sinistra, uno 0,77 % del Piratenpartei. Ovviamente, nessun candidato di sinistra si è presentato alle presidenziali.

 

 

2 COMMENTI

  1. Sarà anche maschio e ignorante chi vota nazi in Austria, ma non sta certo peggio di chi vota “altro” e poi da’ le chiavi di casa allo stupratore o al killer, per far stuprare o uccidere i propri cari…

    A grana stiamo messi male, ma in quanto a cogljoni ce n’è in abbondanza!

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