7.5 C
Rome
venerdì 29 Marzo 2024
7.5 C
Rome
venerdì 29 Marzo 2024
Homepadrini & padroniAltro che Ong, è la mafia a fare soldi coi profughi

Altro che Ong, è la mafia a fare soldi coi profughi

Il Clan Arena della ‘ndragheta nel Cara di Crotone. Arrestati un grande capo della Misericordia e un prete del posto

di Italo Di Sabato

18556975_10212760981849660_7710664843857620921_n

Questa mattina con un operazione di polizia sono finiti agli arresti Leonardo Sacco, presidente della sezione calabrese e lucana della Confraternita delle Misericordie, il parroco don Edoardo Scordio e decine di persone appartenenti alla famiglia Arena. Sono accusati di associazione mafiosa. Per 10 anni hanno cogestito insieme, intascandosi 103 milioni di euro di fondi europei, il Cie prima e il Cara poi più grande d’Europa ubicato a Sant’Anna in provincia di Crotone. Le risorse pubbliche destinate alla gestione del centro per i richiedenti asilo sono state spartite lucrando sulla pelle di migliaia di persone. Sacco aveva diversi legami politici e il beneplacido di tutta la classe dirigente da destra e da sinistra, compreso Salvini.

Ancora una volta emerge chiaramente come i migranti che arrivano nel nostro paese sono considerati e trattati come una merce preziosa più che come esseri umani e in quanto tale contesa sia a livello economico che a livello elettorale. Per qusto motivo la Confraternità delle Misericordie, la mafia e i fascisti sono da questo punto di vista sullo stesso piano. Il miglior antidoto al business dell’accoglienza e della politica è quello di guardare i migranti per quello che sono veramente: un soggetto attivo pronto a riprenedersi quello che gli spetta e a lottare per i diritti di tutti. L’hanno dimostrato nella lotta contro lo sfruttamento nelle campagne e nei magazzini della logistica, nella lotta per la casa e contro le frontiere che una vita migliore si può conquistare solo a spinta e tutti insieme. L’unico modo per fermare ras delle coop, palazzinari, mafie e sfruttatori.

Ecco cosa riporta l’agenzia Redattore sociale:

“Annunciamo già da adesso il Commissariamento della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e della Federazione Regionale Calabrese”. Lo ha annunciato in una nota la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia in merito agli arresti per mafia relativi alla gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto.

“Conclusa l’Assemblea Nazionale delle Misericordie svoltasi ad Assisi – è inoltre scritto nella nota – abbiamo appreso con forte preoccupazione del fermo di Don Edoardo Scordio e di Leonardo Sacco, rispettivamente Correttore e Governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto. Otto secoli di storia non vengono cancellati da fatti, seppure presunti, così gravi e pesanti, continueremo a dare le risposte ai cittadini e alla popolazione più debole dando continuità ai servizi svolti dalla Misericordia non facendo mancare la risposta ai bisogni di assistenza e di carità”. Infine: “Confermiamo la nostra totale fiducia nell’operato dell’Autorità Giudiziaria”.

La vicenda. La Dda di Catanzaro ha arrestato 68 persone accusate, tra le altre cose, di  associazione di tipo mafioso, estorsione, malversazione ai danni dello stato, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale. Tutti reati aggravati dalla modalità mafiose. Uno dei loro principali business era legato alle gestione del Cara “Sant’Anna”, la struttura destinata all’accoglienza dei migranti. In questo contesto è finito in manette anche il presidente della sezione calabrese della Confraternita delle Misericordie.

Come detto, sono 68 le persone tratte in arresto. I provvedimenti, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, a seguito di indagini coordinate dal Proc. Agg. Vincenzo Luberto, hanno smantellato la storica e potentissima cosca di `ndrangheta facente capo alla famiglia Arena – al centro di articolati traffici delittuosi nelle provincie di Catanzaro e Crotone. Dalle investigazioni, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, è emerso – appunto – che la cosca controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto e coltivava ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.

Nello specifico, le indagini hanno evidenziato l´infiltrazione della cosca Arena nel tessuto economico crotonese e, in particolare, il controllo mafioso, da più di un decennio, di tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del C.A.R.A. “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto. La cosca, per il tramite di Leonardo Sacco – Governatore della “Fraternita di Misericordia” – si è aggiudicata gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione presso il centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa, affidati a favore di imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di `ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all´accoglienza dei migranti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Perché i miliardari sono ossessionati dall’apocalisse

In Survival of the Richest, Douglas Rushkoff va a fondo della fissazione dell'oligarchia tecnologica di proteggersi dalla fine dei tempi A...

Brasile, presi i mandanti dell’omicidio di Marielle Franco

L'indagine ha rivelato il coinvolgimento di gruppi mafiosi, poliziotti corrotti e politici di Rio de Janeiro

La sinistra britannica e le prossime elezioni generali

Come bilanciare la necessità di disarcionare i conservatori con il desiderio di promuovere politiche socialiste [Dave Kellaway]

Cos’è We Deserve Better, la spina nel fianco sinistro del Labour

Owen Jones ha lasciato il Labour dopo 24 anni, esortando gli elettori a sostenere i candidati verdi e indipendenti alle prossime elezioni [Daniel Green e Tom Belger]

Sono laburista dentro. Per questo me ne vado

L'articolo con cui il columnist del Guardian ha annunciato le ragione del suo addio al Labour [Owen Jones]