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Bersani incorona Pisapia. Acerbo: è un centrosinistra bonsai

Centrosinistra. Quarto polo addio. Vertice Mdp-Campo Progressista. Bersani e Smeriglio: Pisapia sarà il leader. Fratoianni abbozza. Acerbo (Prc): Solo un’operazione di palazzo

di Giulio AF Buratti

Pisapia, centro sinistra innovativo ma paletti contro destre

Ma come? E il Quarto polo? La sinistra d’alternativa al Pd? E bla bla bla… Contrordine “compagni”. Si va con Pisapia per rifare il centrosinistra pari pari. Articolo Uno Mdp e Campo progressista hanno «rafforzato e definito il percorso comune di costruzione di un centrosinistra innovativo capace di battere le destre e i populismi e alternativo alle politiche sbagliate del Pd di Renzi». Lo si legge in un comunicato che illustra le conclusioni della riunione, introdotta da una relazione di Giuliano Pisapia. Nella discussione, si legge ancora nel comunicato «è emersa la volontà di aprire un confronto, senza veti o pregiudizi, con tutti i soggetti civici e politici che condividono la necessità di tale percorso. Per favorire la massima partecipazione e apertura si lavorerà a promuovere in autunno un grande momento di coinvolgimento popolare. Nelle prossime ore avvieremo un confronto stringente col governo in vista della legge di bilancio per conseguire l’obiettivo di una svolta sulle politiche economiche e sociali a partire dal lavoro, dalla scuola e dalla sanità». Riteniamo imprenscindibile l’approvazione dello ius soli e per questo siamo fermamente contrari ad ogni ulteriore rinvio. Denunciamo l’irresponsabilità di chi immagina di andare al voto con due sistemi elettorali disomogenei tra camera e senato che non garantiscono alcuna governabilità al Paese. Al termine dell’incontro si è deciso che il coordinamento riunitosi oggi si riunirà con regolare frequenza per dare concretezza agli impegni assunti«, conclude il comunicato.

Le prime reazioni: «Il leader è Giuliano Pisapia. Nessuno ha mai detto il contrario. Le primarie? Non esiste al mondo». Così il vicepresidente della regione Lazio Massimiliano Smeriglio, al tempo stesso braccio destro di Zingaretti e di Pisapia, risponde a chi gli chiede se Mdp riconosca la leadership di Giuliano Pisapia. Quanto all’ipotesi di tesseramento al nuovo soggetto politico, Smeriglio spiega: «L’organizzazione del partito viene a valle delle elezioni, prima prendiamo due milioni di voti».

«Un’ottima riunione, si va avanti», dice Pier Luigi Bersani lasciando la sede di Mdp. E Pisapia: «È stato un incontro utile e propositivo. C’è una consonanza di opinioni, percorso e obiettivo. È stato un importante passo avanti». «Continua il percorso di costruzione di un centrosinistra capace di combattere le destre e i populismi e alternativo al Pd di Renzi: Pisapia si impegna con noi a costruire un campo alternativo», fa sapere Roberto Speranza, coordinatore di Mdp, al termine del confronto durato quattro ore con i dirigenti di Campo progressista. Il nuovo soggetto sarà «aperto a tutte le forze e i soggetti civici e apriremo una interlocuzione con Sinistra italiana», aggiunge. Ma Fratoianni replica: «Giuliano Pisapia non è il nostro leader. Rispetto il punto di vista di Bersani ma le leadership si definiscono in due modi: o sono condivise da tutti o si decidono in modo democratico». Insomma non sarebbe il centrosinistra a fargli venire l’orticaria ma solo l’annuncio della leadership.

E adesso che ne sarà del percorso del Brancaccio? «Continuiamo a credere nella formula che abbiamo proposto al Brancaccio il 18 giugno scorso – hanno scritto una settimana fa Falcone e Montanari, dopo la caduta di Fava sull’appello alternativo – ci vuole una sola lista a sinistra del Partito Democratico – un partito la cui involuzione a destra è apparsa, proprio sui temi dell’immigrazione, palese. Crediamo che anche la situazione della Sicilia confermi questa lettura: mentre il Pd guarda a destra, la sinistra cerca l’unità e la forza per proporre alternative radicali allo stato delle cose. Si apre un autunno cruciale: proseguono le assemblee regionali, si moltiplicano quelle in città di ogni dimensioni, si preparano quelle tematiche fissate per il fine settimana a cavallo tra settembre e ottobre. Il loro formato è quello che abbiamo sperimentato da giugno in poi: aperto a tutti (associazioni, partiti, singoli cittadini) e senza dirigenze, egemonie o portavoce autonominati. Decideremo poi insieme, e democraticamente, in una grande assemblea nazionale che sarà indetta alla fine del lavoro sul programma, il tipo di organizzazione che vorremo darci».

E Rifondazione si farà bastare qualche parolina dolce su un comunicato, come in Sicilia, oppure si interrogherà su quale potrebbe essere il suo ruolo nella composizione di un’alternativa al Pd, al centrosinistra, a chi ha sostenuto fiscal compact, lenzuolate di liberalizzazioni, jobs act, missioni di guerra, governi Renzi e Gentiloni? Ecco un primo commento di Maurizio Acerbo, segretario nazionale Prc: «Il progetto di D’Alema, Tabacci, Bersani e Pisapia è una fotocopia del PD, un centrosinistra bonsai. Sono i soliti noti, quelli che hanno votato la legge Fornero e mille altre pseudo-riforme liberiste, che si mettono insieme per riproporre la solita minestra riscaldata. Chi vuole costruire una lista di sinistra nuova, popolare e radicale, è meglio che non perda tempo dietro queste operazioni di Palazzo. Rilanciamo il percorso che si era avviato con l’assemblea del Brancaccio e costruiamo in Italia un’aggregazione della sinistra antiliberista, pacifista, ambientalista che si batta per l’attuazione della Costituzione e dunque contro i trattati europei. Non abbiamo bisogno di nuovi ulivi ma di una sinistra come quella di Melenchon, Unidos Podemos, Linke, Syriza».

 

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