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Croce celtica e toga. A Verona gli avvocati a scuola dai fasci

L’Ordine degli avvocati di Verona riconoscerà un credito formativo a chi andrà a un’iniziativa di Fortezza Europa, scissione di Forza nuova

di Ercole Olmi

L’ordine degli avvocati di Verona assegnerà un credito formativo in materia di diritto penale ai colleghi che frequenteranno un corso di formazione promosso da Fortezza Europa sulla legittima difesa. Formazione “forcaiola”. Si legge sulla pagina fb della formazione neonazista: “Il giorno 30 novembre racconteremo la storia di Giovanni Petrali, un uomo che nel corso di una rapina ha difeso sé stesso, sua moglie e il frutto del proprio lavoro. Di un uomo che ha ucciso un bandito. Ma si parlerà anche della decisione coraggiosa di un avvocato che ha scelto di assistere il proprio padre al processo. Se è vero, come si dice in questi casi, che “siamo tutti tabaccai”, allora siamo anche tutti imputati. Ecco perché è bene saperne di più sul tema della legittima difesa. Intervenite numerosi”. A spiegare il tema saranno un europarlamentare della Lega, e vicesindaco di Verona, Lorenzo Fontana, accompagnato da un paio di consiglieri comunali, dal presidente dell’associazione FE, Emanuele Tesauro.

Petrali è il tabaccaio che, nel 2003, uccise un rapinatore armato e ne ferì un altro. Dopo una condanna in primo grado a un anno e otto mesi, l’uomo verrà assolto in appello (il giudice ha ritenuto prescritto il reato di porto abusivo di armi e lesioni) perché non poteva «fermarsi» a valutare la situazione, mentre sparava colpi in «sequenza rapida», perché c’era un «concreto pericolo di aggressione alla vita sua, della moglie e del dipendente». Insomma, avrebbe agito in stato di legittima difesa putativa. Una sentenza che nutre gli spiriti giustizialisti e forcaioli di settori di destra estrema e moderata.

Ma perché un Ordine professionale trasforma un’iniziativa di partito in opportunità formativa? E chi è Fortezza Europa? Per comprendere la situazione è utile sapere che formazioni di estremissima destra scorazzano per Verona da decenni.

Verona è la città dove si può morire perché un branco di estremisti di destra ti pesta a sangue con il pretesto di una sigaretta negata solo perché hai l’aria di un ragazzo di sinistra (omicidio di Nicola Tomassoli del 5 maggio 2008) e c’è un fascismo di senso comune per cui alla biglietteria della stazione si può assistere alla scena di un veronese doc che non vuole acquistare il biglietto da un’impiegata di origine africana (sebbene nata a Palermo). E il fascismo squadrista e quello di senso comune hanno solidi legami con chi amministra la città tanto che anche Popoff ha scritto di “laboratorio fascio-leghista di Tosi”.

Però in città c’è chi resiste allo squadrismo e si oppone alla fascisteria quotidiana andando a testimoniare in tribunale (il 59enne razzista è stato condannato a 30 giorni convertiti in 7500 euro di multa).

Tramanda Fascinazione, sito di riferimento delle fascisterie che Fortezza Europa sia nata da pochi mesi da una costola di Forza Nuova «in un tranquillo sabato pomeriggio di inizio estate, il giorno prima delle elezioni amministrative per la scelta del nuovo sindaco di Verona». I fedeli a Fiore non erano d’accordo a sostenere il candidato sindaco Federico Sboarina, contrapposto alla senatrice Patrizia Bisinella fidanzata del sindaco uscente Flavio Tosi (a sua volta da sempre appoggiato dall’estrema destra). Così hanno lasciato la casa madre veronese con cui hanno condiviso gesta, approdate spesso nella cronaca nera tra cui l’omicidio di Nicola Tomassoli (si veda il dossier degli antifascisti scaligeri). Fortezza Europa sceglie così le insegne delle quattro frecce ( Identità, Famiglia, Autarchia e Aristocrazia) racchiuse nel “cerchio ideale della comunità di destino” e pesca il nome direttamente dall’immaginario genocida e antisemita del III Reich: Fortezza Europa (in tedesco: Festung Europa) era il termine impiegato dalla propaganda nazista durante la seconda guerra mondiale per indicare, a partire soprattutto dal 1942, l’Europa continentale sottoposta al predominio politico-militare della Germania nazista in contrapposizione con gli Alleati anglosassoni. Capo fortezza risulta tale Il capo è Yari Chiavenato, già segretario provinciale di FN, naziskin e ultrà dell’Hellas, arrestato (ma poi assolto) nel ’96 per avere appeso in curva un manichino impiccato a simboleggiare il giocatore olandese di colore Michel Ferrier che la sua squadra del cuore avrebbe voluto acquistare. Chiavenato fu indagato anche per l’irruzione nel 2003 negli studi dell’emittente televisiva Telenuovo

dove si sta svolgendo un dibattito che vede, tra gli altri, la presenza dell’esponente musulmano Adel Smith, del leghista Federico Bricolo e dell’ex missino Luigi Bellazzi. I militanti forzanovisti, in diretta TV, aggrediscono Smith ed il suo segretario. Il ritrovo dei fortezzini, che somigliano ai varesini nazi della comunità dei dodici raggi (Do.Ra) è un negozio di abbigliamento, London calling, in zona S.Zeno.

«E siccome a Verona non ci facciamo mancare nulla ecco il convegno forcaiolo organizzato alla sede Ater (non nuova a tali forme di ospitalità) da Fortezza Europa, neonata sigla della destra radicale – commenta l’Assemblea 17 dicembre, che raccoglie le energie dell’antifascismo cittadino – a parte la lista di zombie invitati ad intervenire, tra cui Vito Comencini e Andrea Bacciga (quest’ultimo, per chi non lo sapesse, è un consigliere comunale del Movimento Battiti, e sta facendo parecchi danni anche in consiglio comunale, tra cui proporre una mozione di condanna al DDL sullo Ius Soli e di censura agli insegnanti, ai personaggi e ai dipendenti pubblici che esprimano appoggio al DDL stesso), la particolarità sta in quell’unico misero credito assegnato dall’Ordine degli avvocati di Verona ai colleghi che parteciperanno al convegno. Cosa significa questo appoggio esplicito a Fortezza Europa, solo un mero interesse culturale? Da chi arriva questo spostamento? Chi ha manovrato affinchè tutto questo sia stato possibile? Crediamo che l’Ordine ci dovrebbe ripensare e ritirare il suo appoggio. Naturalmente non crediamo che la cosa sia avvenuta in totale ingenuità e buonafede, e siamo a conoscenza che altri avvocati, informati della notizia, si stanno già muovendo per avere spiegazioni e richiedere che l’offerta del credito formativo sia ritirata. Un solo credito ma fortemente simbolico e, dal nostro punto di vista di cittadini antifascisti, del tutto fuori luogo».

Il comunicato si conclude con una postilla che annuncia una contestazione pubblica dell’evento: «Ci auguriamo che al termine del convegno il buffet sia di qualità e abbondante, perché anche noi intendiamo approfittarne».

 

 

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