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Minniti come Kossiga, niente piazza agli antirazzisti a Macerata

Macerata, appello del sindaco per bloccare le manifestazioni, si sfilano Cgil, Anpi, Libera e Arci. Minniti vieta la piazza agli antifascisti

di Checchino Antonini*

Prima le cariche e il sequestro di decine di manifestanti kurdi e italiani per omaggiare Erdogan dentro una Capitale blindata. Poi il divieto di manifestare a Macerata per gli antirazzisti. E’ il modello Minniti, più simile a Cossiga, col K, quello che vietò le piazze nel ’77, che a Scajola, ministro di polizia di Berlusconi quando fu ucciso Carlo, che non riuscì a farlo mai, non si azzardò. Cresciuto all’ombra di Pecchioli e di D’Alema, Minniti rispolvera lo stile di certo Pci, il peggiore, quello degli anni ’70 (a cui era iscritto) per la sua campagna elettorale nel collegio di Pesaro, proprio lì, a due passi da Macerata. Il Pd si sottrae così al confronto con le destre sul terreno del razzismo, l’antifascismo di questi mesi è solo di maniera. Come la Lega, il partito di governo preferisce attestarsi sulla mistificazione che il raid razzista di Traini sia solo l’opera di un pazzo.

Osserva Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione e impegnato in Potere al Popolo: «Il PD non solo non partecipa alla manifestazione ma la vieta», dice riferendosi alla vicenda dello sfilamento dell’Anpi (senza quasi partigiani ma colonizzata dal Pd) e di altre sigle collaterali al partito di maggioranza relativa (Arci, Cgil e Libera) dopo un accorato appello del sindaco del Pd.

«Persino negli anni del terrorismo o delle stragi mafiose in Italia – riprende Acerbo, primo esponente politico a solidarizzare di persona con le vittime del raid razzista – la sinistra è scesa in piazza per difendere la democrazia. Ci voleva il PD per arrivare al divieto di manifestare dopo una tentata strage di matrice fascista e razzista. Neanche a Tambroni sarebbe venuta in mente una cosa del genere. Poi ci si domanda perchè Minniti piace così tanto alla destra».

«Ringrazio Anpi, Cgil, Arci e Libera – ha dettato l’inquilino del Viminale alle agenzie – che hanno accolto la richiesta del sindaco di Macerata di sospendere le manifestazioni in questo momento così delicato per la città, che ora ha bisogno di pace e di tranquillità. Mi auguro che anche altre organizzazioni che hanno annunciato manifestazioni accolgano l’invito del sindaco di Macerata. Se questo non avverrà, ci penserà il ministro dell’Interno ad evitare tali manifestazioni». 

Il prefetto della città fa eco al suo principale: se le manifestazioni annunciate a Macerata non verranno sospese, «si provvederà a vietare lo svolgimento delle stesse ai sensi di legge», fa sapere Roberta Preziotti in relazione alle manifestazioni previste per i prossimi giorni. «Nel prendere atto favorevolmente della decisione di Anpi di rinviare la manifestazione annunciata per sabato prossimo – dice il prefetto – si accoglie l’invito del sindaco di Macerata a non effettuare manifestazioni nei prossimi giorni per consentire il ripristino delle condizioni di serenità per la comunità maceratese». Per questo, aggiunge Preziotti, «si auspica analogo senso di responsabilità da parte degli altri promotori di manifestazioni annunciate aventi ad oggetto i tragici fatti dei giorni scorsi, l’orrenda morte di Pamela e l’indiscriminata sparatoria contro persone inermi». «Qualora non intervenga l’auspicato senso di responsabilità – conclude – si provvederà a vietare lo svolgimento delle stesse ai sensi di legge».  

«Sbagliata. Più che sbagliata. Scandalosa la scelta di ARCI ANPI, Libera e CGIL di sospendere, su richiesta del sindaco, la manifestazione di sabato a Macerata – dice Eliana Como, portavoce dell’Opposizione in Cgil, Il sindacato è un’altra cosa – c’è una emergenza in Italia e si chiama fascismo! A Macerata c’è stato un vero e proprio attentato, che poteva finire per essere una strage. Un attentato che ha dei mandanti morali: la Lega e le organizzazioni neofasciste, che hanno vergognosamente strumentalizzato l’ennesimo femminicidio a fini della loro propaganda razzista. Una propaganda che niente c’entra con la lotta alla violenza contro le donne, ma che è anzi è intrisa del più bieco sessismo. La scelta di manifestare a Macerata era un atto dovuto da parte delle grandi organizzazioni antifasciste, per presidiare un territorio lacerato e non lasciarlo alla barbarie a cui abbiamo assistito in questi giorni. La sospensione è un atto che riteniamo più che sbagliato, soprattutto da parte della CGIL. Di fronte a quello che è successo, la CGIL non può che essere a Macerata sabato. Tanto più che in queste ore nella città sta manifestando liberamente Casapound. Si è scelto, invece, ancora una volta di inseguire il PD e la richiesta del suo sindaco di Macerata. Così come non si è avuto il coraggio in queste settimane di denunciare pubblicamente tutte quelle amministrazioni comunali (tante di centro-sinistra) che hanno permesso alle organizzazioni neo-fasciste di raccogliere firme per presentarsi alle elezioni. MAIPIUFASCISMI significa impedire al fascismo di riorganizzarsi e quindi presidiare posti di lavoro, strade e piazze e denunciare le istituzioni e le forze dell’ordine quando sono compiacenti.
Altrimenti 1 10 100 1 milione di firme non servono a niente. Non mettiamo la testa sotto la sabbia! Sabato bisogna essere a Macerata!».

«Nelle ultime ore le segreterie di ANPI, ARCI, CGIL e LIBERA hanno sottoscritto una nota in cui si dice che la manifestazione organizzata a Macerata è stata sospesa. Questa notizia è falsa. Sabato 10 Febbraio alle ore 15:30 partirà dalla stazione di Macerata una manifestazione antifascista, pacifica e di massa in risposta all’attentato terroristico avvenuto lo scorso sabato», aveva detto, un paio d’ore prima del dictat di Minniti, la portavoce di «Potere al Popolo» Viola Carofalo. «Ci sembra assurdo che in questi giorni si sia data la possibilità a organizzazioni fasciste, xenofobe e anticostituzionali come Casapound e Forza Nuova di fare conferenze stampa e presidi a Macerata, quando invece si tenta di impedire una manifestazione a tutti quei comitati, organizzazioni, collettivi, realtà di base, uomini e donne, antifascisti e antifasciste che da sempre difendono la costituzione, la solidarietà, la convivenza civile. Noi riteniamo che ci debba necessariamente essere una risposta forte e unitaria contro la barbarie che avanza, contro le dichiarazioni e le politiche che da Minniti a Salvini stanno soltanto fomentando odio, terrore e guerra tra poveri. Riteniamo che chi in questo momento si appella all’equidistanza e alla moderazione sia complice della deriva fascista e xenofoba che sta investendo l’Italia e l’intera Europa. E’ il momento in cui decidere chiaramente da che parte stare. Lo scorso sabato sei persone sono state sparate a freddo mentre semplicemente camminavano per strada. Per favore, restiamo umani».

La situazione è fluida: la Cgil annuncia che ci saranno comunque manifestazioni decentrate antifasciste ma la spaccatura tra gli antifascisti e i corpi intermedi collaterali al Pd non è mai stata così forte. L’Anpi, smentita da diversi circoli locali e da moltissimi aderenti, s’è sfilata anche dal grande corteo antifascista (ottomila persone, almeno, che s’è snodato per le vie di Genova sabato scorso.

*giornalista, direttore de L’Anticapitalista, capolista al Senato in Liguria per #PotereAlPopolo

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