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L’Acqua si rimette in marcia e contamina le altre lotte

Il Forum nazionale dei movimenti per l’acqua pubblica chiama a raccolta attivisti di tutta Italia in varie assemblee. Bisogna rilanciare la mobilitazione.

 

di Alessio Di Florio

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Si stanno svolgendo in queste settimane varie assemblee convocate dal Forum nazionale dei movimenti per l’acqua pubblica e aperte ad attivisti, associazioni, movimenti, comitati e alle tante lotte incrociate in questi anni. L’obiettivo di queste assemblee per il Forum è di «avviare un confronto, anche insieme ad altre realtà che si battono per i beni comuni, su quali proposte, strumenti e iniziative mettere in campo che siano in grado di rispondere efficacemente alla sfida che ci si pone davanti, per impedire la vendita di ciò che a tutte e tutti appartiene e costruire le basi per un altro modello sociale, fondato sulla riappropriazione sociale dei beni comuni e sulla gestione partecipativa degli stessi».

 

Durante la prima assemblea, che ha visto un’ampia partecipazione dei comitati per l’acqua pubblica di tutta la Liguria e di tutta l’Italia Nord-Ovest, a Genova è emersa la proposta di costruire una campagna per l’inserimento in Costituzione del diritto fondamentale all’accesso all’acqua, una campagna visto come prosecuzione del percorso di questi anni, di argine ai vari tentativi di privatizzazione dei beni comuni e della mobilitazione post referendum del giugno 2011. Secondo gli attivisti «di fronte all’elusione dell’esito referendario la Costituzione si porrebbe come un valido strumento per blindare le finalità referendarie e come una possibilità di traduzione normativa delle tradite finalità referendarie, oltre ad essere un antidoto alla sempre più invasiva prevalenza delle logiche di mercato che pongono la tutela della concorrenza capace di condizionare anche le autonomie locali». Tra i tanti punti affrontati l’assemblea si è focalizzata sul ruolo delle multiutility, sul «progressivo restringimento degli spazi di agibilità politica e approfondimento della crisi democratica», sulla necessità di rafforzare i nessi con le realtà sociali e gli altri movimenti impegnati nella difesa dei beni comuni e l’esigenza di «avviare una forte mobilitazione territoriale che sia inserita in una cornice e campagna di carattere nazionale di contrasto alle nuove privatizzazioni».

 

Partecipatissima anche l’assemblea di Termoli con presenze da Marche, Abruzzo e Molise. Un primo importantissimo messaggio è stato l’espressione del sostegno al contemporaneo presidio di Campochiaro contro la costruzione di una centrale a biomasse, di cui alcuni attivisti sono intervenuti all’assemblea. Durante la prima sessione mattutina importantissimo è stato l’intervento di Augusto De Sanctis del Forum abruzzese che ha delineato una panoramica sulla situazione (con dettagliati e particolari riferimenti all’Abruzzo) e sulla legislazione nazionale (compreso lo “Sblocca Italia”) riguardante lo stato delle acque e dei siti contaminati, di cui quindicimila sono quelli conosciuti ma una stima porta ad almeno il doppio il totale in tutta Italia. La maggior parte degli interventi si è incentrata sulle difficoltà a reggere da parte del movimento (così come è avvenuto durante la vittoria del 2011) il contesto collettivo attuale con un livello sempre maggiore da parte dei poteri forti e delle spinte privatizzatrici, oggi impegnati in un “saccheggio e distruzione del territorio e dei beni comuni naturali inaudito, che porta alla scomparsa o all’inquinamento della risorsa idrica, della irrespirabilità dell’aria, del ricorso al fossile e alla politica delle Grandi Opere come mai prima”. Un impegno dall’alto che sfrutta anche leve come quello che è stato definito «l’inganno e la trappola del debito», utilizzato sempre più per imporre svendite e privatizzazioni in quanto bisogna «abbassare lo spread», «rispondere ai mercati» e, appunto, «abbassare» questo debito. Contro tutto questo è nato il «Forum per una nuova finanza pubblica» che condivide larga parte del percorso con il Forum nazionale dei movimenti per l’acqua pubblica.

 

Davanti a tutto questo è importantissimo il rilancio della mobilitazione nazionale mettendo al centro le mobilitazioni dei territori, le reti tra movimenti e le lotte che li animano. In quest’ottica si muovono la mobilitazione contro lo Sblocca Italia, la proposta di rendere permanente gli incontri e la «scuola dei beni comuni». Gli attivisti e le attiviste intervenute hanno individuato le direttrici principali della mobilitazione nel contrasto alla petrolizzazione del Mar Adriatico e a terra, nel bassissimo livello qualitativo delle acque di fiumi e sorgenti e nel contrasto allo Sblocca Italia.

ADESIVO CONTATORI_ultimo

Oltre al sit in a Montecitorio contro quest’ultimo decreto, fitto il calendario dei prossimi mesi:

7-8 novembre mobiltiazione a carattere territoriale contro le multi-utility e l’evidente disegno di accorpare sotto il controllo privato la gestione dei servizi pubblici, a partire da quello idrico. Esempio tra diversi servizi Acea.

È stata ripresa l’idea dello sciopero sociale, indetto nella data del 14 novembre, come data da far vivere e attraversare.

Manifestazioni regionali di fine novembre, in cui costruire terreni comuni con le altre realtà a livello regionale.

Piano europeo: costruire la partecipazione per la manifestazione a Bruxelles entro dicembre.

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