Le minacce, gli accordi, e tangenti. L’incredibile intreccio tra criminalità politica a Roma attraverso otto video e una foto.
di Edoardo Bettella
«Il sodalizio si è gradualmente dimensionato in un’organizzazione di tipo evoluto, dedita alla sistematica infiltrazione del tessuto economico ed istituzionale, con una struttura tipicamente mafiosa ed un apparato in grado di gestire i diversificati interessi illeciti». Lo dicono i Carabinieri, stanno parlando della mafia a Roma. «È la teoria del mondo di mezzo: ci saranno i vivi sopra e i morti sotto. E noi stiamo nel mezzo». Questo lo dice Massimo Carminati, il leader dell’organizzazione mafiosa, il cosiddetto “Re di Roma”.
Due giorni fa è scattata l’operazione dei Carabinieri che coinvolto trentasette persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati. Per altri quaranta, indagati a piede libero per i medesimi reati, c’è stata perquisizione locale e personale. Contestualmente, sulla base degli elementi investigativi raccolti, la Guardia di finanza ha eseguito il sequestro dei beni riconducibili agli indagati, per un valore di 204 milioni di euro. L’intera organizzazione faceva capo a Massimo Carminati, storico appartenente all’organizzazione terroristica di estrema destra dei Nar, e legato alla Banda della Magliana.
Quattro anni fa fu scattata una foto, pubblicata da “L’Espresso”, durante una cena organizzata da Salvatore Buzzi. Presenti al tavolo l’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno (indagato), l’ex capo dell’Ama Franco Panzironi (arrestato), un esponente del clan dei Casamonica in semilibertà, l’attuale assessore alla casa Daniele Ozzimo (dimesso), il portavoce dell’ex sindaco Sveva Belviso, Umberto Marroni, parlamentare del Pd e Giuliano Poletti, attuale ministro del lavoro.
I video che seguono, diffusi dal Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri, mostrano diverse scene con diversi protagonisti (tra cui lo stesso Carminati, Riccardo Burgia, suo braccio destro, Salvatore Buzzi, il tramite tra l’organizzazione mafiosa e gli ambienti politico-istituzionali). Disegnano un quadro sconcertante, con esplicite minacce ed esplicite dichiarazione sull’enorme macchina criminale che ha infestato la Capitale.
Massimo Carminati (con la camicia bianca) il suo braccio destro Riccardo Burgia in un bar di Vigna Stelluti, mentre parlano di come devono comportarsi gli imprenditori nei confronti dell’organizzazione, e viceversa.
Esplicite minacce da parte di un membro dell’organizzazione. «Il dieci mattina portame i soldi se no t’ammazzo a te e tutti figli a pezzo de merda!».
Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, capo della cooperativa “29 giugno”. Parlano di una situazione di stallo in corso, e di come debbano «prostituirsi» per «vendere il prodotto».
Massimo Carminati spiega la teoria del “Mondo di mezzo”.
Salvatore Buzzi parla con la sua collaboratrice, Piera Chiaravalle. «Tu c’hai idea di quanto ci guadagnano sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno».
Due individui parlano di quanto Carminati sia temuto anche all’interno delle istituzioni, tanto che basta una sua chiamata per risolvere una questione da «trecentomila euro».
Salvatore Buzzi elenca quanto soldi vengono elargiti ai vari esponenti politici e parla dei guadagni dell’organizzazione.
Massimo Carminati parla con un altro membro dell’organizzazione di appalti, autorizzazioni e contatti interni al Comune di Roma.